C’è nella cultura odierna una reale volontà di sapere?

da | 4 Dic, 23 | Editoriale |

La volontà di sapere, cui si ispira questa rivista multidisciplinare generata dall’idea di Onelio Francioso e dell’editore Andrea Ferriani di Editoriale Delfino, non è solo volontà di conoscenza. Il sapere autentico è conoscenza, certo, ma è anche sapienza, come la stessa parola etimologicamente suggerisce, col suo retrogusto di sapore e di sapidità. Non a caso la Sophia greca era al tempo stesso intelligenza e saggezza, tra episteme e phronesis. La multidisciplinarietà di Progetto Montecristo viaggia, come tra le onde del mare e della vita del celebre Conte di Dumas, tra scienze naturali e scienze umane, dalla fisica alla mitologia, dall’astronomia alla poesia, dalla matematica alle arti. La cultura, in se stessa coltivazione del sapere, ha bisogno oggi di sfuggire alla parcellizzazione, al non dialogo dei suoi campi separati e stagni, e di avvicinarsi a una unità insieme poliforme e spettroscopica: più affluenti che convergono verso un mare libero e comune. Finalmente, si potrebbe dire, Nostrum.

Oggi la volontà di sapere, termine che Foucault ha ereditato da Nietzsche, non appare scontata. A prescindere dalle analisi sulla natura sociale, culturale, biopolitica, è il caso almeno di distinguere oggi fra una necessità di tale volontà, un bisogno, un desiderio, una stessa volontà di volontà, come direbbero Nietzsche o Heidegger. Si avverte davvero oggi la necessità di un sapere chiaro, illuminato, profondo? O, malgrado la potenza informante e performante del digitale, siamo nella penombra di un oscurantismo di ritorno, che dietro il pulviscolo delle informazioni dei social media copre un vuoto di fondo, soprattutto nella cultura popolare, al netto degli specialismi inarrivabili per il medio cittadino? Ma ve n’è almeno il bisogno? O il bisogno di sapere rischia di cedere ai falsi bisogni consumistici e pubblicitari già denunciati da Marcuse negli anni 1970? Quanto al desiderio, spesso figlio del bisogno, la crisi della preparazione scolastica nelle scuole italiane e del consumo di libri la dice lunga sulla china discendente del desiderio di sapere. Rimarrebbe la cosiddetta nuda volontà di volontà di sapere. Da una parte c’è chi giura che la volontà di sapere oggi non è nostra, non è libera, non è individuale ma sociale, persino di mercato.

Qualcuno vuole in noi? Qualcuno vuole per noi? Non si tratta solo della vecchia polemica francofortesi sui condizionamenti e l’uomo a una dimensione. Si tratta di capire quanto siamo liberi nella nostra volontà di sapere, e se veramente vogliamo comprendere, sapere, imparare dai libri e dalla vita. Forse ci hanno tenuti per troppo tempo nelle prigioni di un castello, come quelle del conte di Montecristo, che a noi sono sembrate il migliore dei mondi possibili, quello dell’abulia intellettuale, del disimpegno, della sfiducia nei mari verso cui evadere. Forse è il caso di uscire dal Truman Show della cultura a colori, che coprono il nulla, col mare dipinto sulle pareti e monti e boschi in tromp l’oeil, per un sapere senza sapore e un respiro da camera iperbarica, ad aria condizionata, profumata di rosa selvatica.

Autore: Roberto Caracci

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4 Commenti

  1. Interessante! Grazie dell’iniziativa!
    Dr.R.Ribali

  2. Siamo noi che ringraziamo lei Dr. Ribali

    Se le facesse piacere restare aggiornata riguardo all’iniziative di progetto Montecristo, uscite di nuovi articoli o conferenze, la invitiamo ad iscriversi alla newsletter.
    Cordialità,
    Massimo Biecher – Redazione Progetto Montecristo

  3. Una ricerca del sapere come ambito pluridisciplinare è un progetto da ammirare e sostenere!

  4. Grazie del sostegno Anna Letizia.

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