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Gli eterni principi α e ω part 7

da , | 1 Dic, 23 | Filosofia |

Le unità di misura naturali

Abbiamo parlato di misurare il tempo, di scandire il passaggio di anni, di secoli. Dei millenni della storia umana. La scelta del tempo di rivoluzione della Terra attorno al Sole ci è apparsa chiara. Un anno, e lo dividiamo anche, in giorni, in ore e in secondi. Ma l’umanità misura anche altre cose, come lunghezze, come pesi. Usiamo il metro, il kilogrammo. A volte ne parliamo insieme: metro, kilogrammo, secondo.

Queste unità di misura sono umane, decisamente antropocentriche. Si può facilmente comprenderlo: un metro è quasi l’altezza delle persone, un kilogrammo il peso di due pacchetti di pasta. E un secondo è… il secondo di quando diciamo a un amico “aspetta un secondo”. Un attimo.

Ma uno sguardo al cosmo ci porta subito a pensare ad altre unità di misura. Ad altre grandezze, per coprire la vastità e la piccolezza di orizzonti che sul nostro pianeta non sempre apprezziamo. Riflettiamo allora, ancora un attimo, sull’Universo.

Nell’Universo esistono forze che agiscono su distanze molto grandi, come la forza di gravitazione (la cui costante è G, la costante di Newton).  Ma esiste anche una velocità che pare insuperabile: la velocità della luce nel vuoto c. Infine vi è l’infinitamente piccolo – quello a cui non pensiamo mai quando guardiamo tutto l’Universo. Eppure tutto vi dipende in modo inestricabile, perché la storia di tutto è legata indissolubilmente all’infinitamente piccolo. Alla meccanica quantistica. E quindi alla costante di Planck h, che ci dice come l’Universo forma delle strutture, delle “cose”. Degli atomi, delle molecole e dei pianeti. Delle stelle.

Caratteristiche della prakrti (la natura) sono infatti i tre guna: la staticità, l’inerzia, la pesantezza, tamas. Il ritmo, la velocità, il cambiamento, rajas. Ed infine l’equilibrio, sattva. E sembra quasi che questa antica ispirazione della filosofia orientale di scuola Shamkya stia a suggerirci che tamas indica la gravitazione universale, rajas la velocità della luce e sattva la stabilità dell’equilibrio degli atomi indicata dalla costante di Planck.

Con G, c, h potremmo costruire un nuovo “sistema” di unità di misura, un sistema costruito a partire dalle caratteristiche dell’Universo stesso. Perché il valore di queste tre costanti determina l’intera struttura materiale di tutto. E forse non solo.

Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice

Autori

  • Marco Giammarchi è Primo Ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, abilitato Professore Ordinario di Fisica delle Interazioni Fondamentali. È' titolare del corso di Fisica delle Particelle all'Università degli Studi di Milano ed è stato Guest Scientist al Fermilab negli USA e all'Albert Einstein Center di Berna. Ha partecipato a esperimenti al Fermilab, al Laboratorio del Gran Sasso, in Belgio, in Argentina e al CERN di Ginevra. È' tra i fondatori di Borexino, esperimento che ha dimostrato il funzionamento del centro del Sole con i neutrini e nel 2015 ha fondato l'esperimento QUPLAS che ha osservato per la prima volta l'interferometria quantistica di antimateria. I suoi interessi vanno dalla fisica astro-particellare e del neutrino alla fisica quantistica e alla gravitazione con antimateria. È autore di 300 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 interventi a conferenze internazionali. Interessato alla spiritualità orientale, da oltre dieci anni collabora con Filosofi della Scienza su temi epistemologici e di filosofia teoretica.

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  • Roberto Radice (Busto Arsizio 1947), già professore ordinario di Storia della filosofia antica all’Università Cattolica di Milano è condirettore delle collane: “Temi metafisici e problemi del pensiero antico” e “Platonismo e filosofia patristica”, Vita e Pensiero, Milano, nonché direttore di “Lexicon, collana di lessici [informatici] di filosofia antica”, edizioni Biblia, Milano. I suoi interessi scientifici spaziano dall’Ellenismo al Neoplatonismo, passando attraverso Aristotele e il Giudaismo alessandrino. I suoi ultimi libri (dal titolo Magica filosofia e I nomi che parlano) editi da Morcelliana nel 2019 e nel 2020 sono dedicati ai rapporti fra la filosofia e il pensiero magico, nonché alla storia dell’allegoria filosofica. Collaboratore del “Corriere della sera” nei collaterali della serie “Grandangolo” (11 titoli) e “Filosofica” della quale è anche curatore.

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