La filosofia orientale e la conoscenza Vedica
La prima sillaba del RgVeda, l’Om, segna un punto di rottura e di conoscenza forse senza precedenti. Osservati, intuiti, “visti” dai Rishi (i Veggenti), i Veda rappresentano un essere ed una conoscenza del Tutto e dell’Uno allo stesso tempo. Tutto e Uno, che poi saranno chiamati nella cultura Induista Brahaman e Atman, rispettivamente. La loro stessa esistenza è una sfida, una sfida del sacro, perché nella conoscenza Vedica tutto è sacro. E tutto si percorre con il rituale della vita.
Ma cosa sono, in realtà, i Veda? Come se ne può parlare in un ambito (per forza) razionale come quello di un testo? Come si può discuterne prescindendo dal fattore chiave dell’esperienza? L’unica possibilità, su questo piano, è trattenere per quanto possibile la razionalità – cercare di intuire più che conoscere analiticamente. Respirare l’aria di una visione cosmica senza pretendere di incasellarla.
I Veda, scritti in sanscrito assai posteriormente alla loro diffusione, sono un’antichissima raccolta di testi riguardanti primariamente una lunga serie di inni sacrificali [1]. La loro apparizione sulla scena del mondo appare correlata a un potente evento storico e mitologico: l’arrivo delle popolazioni degli Arii nella Valle dell’Indo, la “terra dei sette fiumi”. L’unione di due culture, l’inizio dell’Epica più grande del mondo, la Mahabharata.
Questa gloriosa fusione ha donato al mondo il concetto di una sacralità del tutto. Questa gloriosa nascita è stata la morte e decomposizione del Progenitore, il Dio che dona il soma – la bevanda sacra – nonché il sacro rituale, del Sacrificio Vedico e, grazie ad esso, attraverso i testi successivi, i Brahamana e infine le Upanishad che, nel loro insieme, vanno a definire l’altra grande filosofia del mondo.
La rappresentazione rituale del Sacrificio Vedico definisce un autentico universo simbolico. Nato con scopo di ingraziarsi le divinità attraverso offerte rituali, esso è, in ultima analisi il sacrificio per ricomporre una frattura. La frattura primaria, quella più essenziale di tutte: la frattura che dall’Uno ha generato il Molteplice.
L’Omega in questa prospettiva diviene il mondo dove si concepisce una unione, o meglio una analogia costruita al ritmo degli Eterni Principi.
Analogia di Occidente ed unione di Oriente.
(1) R. Calasso, Ardore, Adelphi
Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice
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