Gli eterni principi α e ω part 14

da , | 4 Dic, 23 | Filosofia |

Gocce di Evoluzione

Concentriamoci per un momento sul nostro pianeta, su questa piccola goccia di roccia in un Universo la cui vastità è difficile apprezzare. Pensiamo alla vita, alla sua (incerta) origine su questo pianeta – e pensiamo alla sua plasticità. Pensiamo alla grande visione aperta dall’evoluzione Darwiniana: le specie come struttura plastica, evolutiva e modificabile.

Una unica teoria in grado di spiegare la presenza dei fossili, le mutazioni e le trasformazioni; una potente suggestione di unità. L’unità dell’uomo con i viventi. E nel secolo successivo la stessa scoperta del DNA avrebbe fornito un meccanismo molecolare possibile a sostegno dell’evoluzione. Un principio indefinito che è stato avvicinato. Ma quale è il senso profondo dell’idea che la genetica spinge le popolazioni a mutazioni casuali per poi esercitare una certa selezione?

Ancora una volta ci troviamo di fronte a un principio di unità: i viventi sono tutti parenti prossimi. E se questo fu (ed è) soggetto ad un certo tipo di critica di stampo teologico, è giusto ricordare quanto i confini del sacro siano indefinibili. I primi critici di Darwin non amavano il concetto di prossimità tra il “regno animale” e l’uomo che pretendeva di essere fatto “a immagine e somiglianza di Dio”. Ma chi siamo noi per delineare i confini di ciò che è sacro? E se il principio del sacro si estendesse a tutto? Chi siamo noi per negare, eventualmente, addirittura un panteismo totale? Se tutto l’Universo non fosse altro che un immenso Sacrificio Vedico?

Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice

Autori

  • Marco G. Giammarchi

    Marco Giammarchi è Primo Ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, abilitato Professore Ordinario di Fisica delle Interazioni Fondamentali. È' titolare del corso di Fisica delle Particelle all'Università degli Studi di Milano ed è stato Guest Scientist al Fermilab negli USA e all'Albert Einstein Center di Berna. Ha partecipato a esperimenti al Fermilab, al Laboratorio del Gran Sasso, in Belgio, in Argentina e al CERN di Ginevra. È' tra i fondatori di Borexino, esperimento che ha dimostrato il funzionamento del centro del Sole con i neutrini e nel 2015 ha fondato l'esperimento QUPLAS che ha osservato per la prima volta l'interferometria quantistica di antimateria. I suoi interessi vanno dalla fisica astro-particellare e del neutrino alla fisica quantistica e alla gravitazione con antimateria. È autore di 300 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 interventi a conferenze internazionali. Interessato alla spiritualità orientale, da oltre dieci anni collabora con Filosofi della Scienza su temi epistemologici e di filosofia teoretica.

  • Roberto Radice

    Roberto Radice (Busto Arsizio 1947), già professore ordinario di Storia della filosofia antica all’Università Cattolica di Milano è condirettore delle collane: “Temi metafisici e problemi del pensiero antico” e “Platonismo e filosofia patristica”, Vita e Pensiero, Milano, nonché direttore di “Lexicon, collana di lessici [informatici] di filosofia antica”, edizioni Biblia, Milano. I suoi interessi scientifici spaziano dall’Ellenismo al Neoplatonismo, passando attraverso Aristotele e il Giudaismo alessandrino. I suoi ultimi libri (dal titolo Magica filosofia e I nomi che parlano) editi da Morcelliana nel 2019 e nel 2020 sono dedicati ai rapporti fra la filosofia e il pensiero magico, nonché alla storia dell’allegoria filosofica. Collaboratore del “Corriere della sera” nei collaterali della serie “Grandangolo” (11 titoli) e “Filosofica” della quale è anche curatore.

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