Gli eterni principi α e ω part 18

da , | 6 Dic, 23 | Filosofia |

Indefinito e verità

E l’indefinito della conoscenza meglio definita di tutte, l’indefinito intuito da Platone nei suoi ultimi dialoghi: la logica matematica con i suoi teoremi di incompletezza. Il concetto di verità, base del senso della Filosofia Teoretica, viene a scindersi in dimostrabilità, completezza, decidibilità. Diviene indefinito. La scienza fornisce spiegazioni profonde. Ma, al tempo stesso, è afflitta da incertezze di principio.

L’intero progetto epistemico, l’idea di avere trovato una conoscenza necessaria e incontrovertibile, viene a vacillare con l’incertezza quantistica e con l’incompletezza matematica. Ci si riporta così dal necessario e incontrovertibile delle ambizioni della antica Atene alla riapertura di problemi fondamentali di conoscenza. Da parte di scienze che abbiamo spesso chiamato esatte.

Abbiamo detto della splendida sintesi di infinito e di indefinito suggerita dalla fisica. Ma altrettanto grande è quella suggerita dalla matematica. Dagli studi su cosa sia realmente l’infinito.

In matematica, dai tempi di Cantor, si tratta del concetto di infinito, e dei vari gradi dello stesso. Si vede come il solo intervallo tra 0 e 1 – se pensato come composto da numeri reali – ne contenga un numero infinito. Ma infinito di un grado particolare, un infinito che non si può nemmeno contare. Un infinito che non è numerabile. Un infinito che possiede la potenza del continuo. Al tempo stesso infinito e indefinito.

Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice

Autori

  • Marco G. Giammarchi

    Marco Giammarchi è Primo Ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, abilitato Professore Ordinario di Fisica delle Interazioni Fondamentali. È' titolare del corso di Fisica delle Particelle all'Università degli Studi di Milano ed è stato Guest Scientist al Fermilab negli USA e all'Albert Einstein Center di Berna. Ha partecipato a esperimenti al Fermilab, al Laboratorio del Gran Sasso, in Belgio, in Argentina e al CERN di Ginevra. È' tra i fondatori di Borexino, esperimento che ha dimostrato il funzionamento del centro del Sole con i neutrini e nel 2015 ha fondato l'esperimento QUPLAS che ha osservato per la prima volta l'interferometria quantistica di antimateria. I suoi interessi vanno dalla fisica astro-particellare e del neutrino alla fisica quantistica e alla gravitazione con antimateria. È autore di 300 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 interventi a conferenze internazionali. Interessato alla spiritualità orientale, da oltre dieci anni collabora con Filosofi della Scienza su temi epistemologici e di filosofia teoretica.

  • Roberto Radice

    Roberto Radice (Busto Arsizio 1947), già professore ordinario di Storia della filosofia antica all’Università Cattolica di Milano è condirettore delle collane: “Temi metafisici e problemi del pensiero antico” e “Platonismo e filosofia patristica”, Vita e Pensiero, Milano, nonché direttore di “Lexicon, collana di lessici [informatici] di filosofia antica”, edizioni Biblia, Milano. I suoi interessi scientifici spaziano dall’Ellenismo al Neoplatonismo, passando attraverso Aristotele e il Giudaismo alessandrino. I suoi ultimi libri (dal titolo Magica filosofia e I nomi che parlano) editi da Morcelliana nel 2019 e nel 2020 sono dedicati ai rapporti fra la filosofia e il pensiero magico, nonché alla storia dell’allegoria filosofica. Collaboratore del “Corriere della sera” nei collaterali della serie “Grandangolo” (11 titoli) e “Filosofica” della quale è anche curatore.

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