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Gli eterni principi α e ω part 8

da , | 1 Dic, 23 | Filosofia |

La sintonia degli Eterni Principi

Nell’Omega di oggi, le conoscenze si confrontano, almeno a livello di analogie. La fisica descrive lo sviluppo dei campi quantistici attraverso la loro dinamica per una estensione temporale di quasi 14 miliardi di anni. Nello spaziotempo descritto dalla relatività generale. In analogia, l’antica yajna, scienza del Sacrificio Vedico, descrive la frattura che dall’Uno ha generato il Molteplice. È una frattura che dall’indefinito ha generato l’infinito. Un immenso sacrificio che si è svolto – e che si svolge – attraverso gli eoni. Sacrificio che brucia tutta la materia in radiazione. Ma Sacrificio con residuo: e quel residuo di fuoco è la vita.

La conoscenza del primo secondo dell’Universo ci porta nell’indefinito. Questo Alfa è indefinito perché, entro il primo 10-43 s di vita la fisica quantistica e la gravitazione devono essere usate insieme, in armonia. Sono inscindibili perché ci troviamo sia entro la lunghezza d’onda Compton dell’indeterminazione quantistica che entro il raggio di Schwarzschild dell’orizzonte spaziotemporale. E questa strada porta all’indefinito. Indefinita è la struttura dello spaziotempo quando il suo stesso tessuto è soggetto al Principio di Indeterminazione di Heisenberg.

L’indefinito di Anassimandro… un indefinito iniziale di energia che poi si sviluppa in un confronto tra opposti, diviene ad esempio equilibrio di radiazione e materia nel Cosmo primordiale. Un fotone primordiale si trasforma in un elettrone (carica negativa) e un positrone (carica positiva). L’indefinito si manifesta in questa opposizione – e spesso la riassorbe, trasformando di nuovo la coppia elettrone-positrone in fotoni. Laddove un fotone, senza carica elettrica, si trasforma in un elettrone negativo e in un positrone positivo. Che poi vengono riassorbiti in fotoni.

Quando l’Universo ha 380 mila anni di tempo cosmico, nasce la sua prima Alba. Si accende la luce della ricombinazione di protoni ed elettroni, il che corrisponde al sorgere dappertutto della Radiazione Cosmica di Fondo. La luce attraversa tutto lo spazio e tutto il tempo. In questo punto di equilibrio tra Alfa e Omega nasce la materia, nascono gli atomi. E l’eco di questa nascita è ancora con noi, nella temperatura del cosmo. Sono 2.7 gradi Kelvin al di sopra dello Zero Assoluto: l’eco della nascita dell’atomo.

Le stelle nascono quando l’Universo ha centinaia di milioni di anni. Agglomerati di materia, di gas, di polvere si concentrano per formare le nuove fornaci del cosmo. Per irradiarlo di una nuova luce. Un nuovo fuoco sacrificale viene acceso dall’Advaryu, l’officiatore cosmico del sacrificio Vedico: è il fuoco della fusione termonucleare, quello che accende tutti i soli.

Il nostro pianeta viene tardi, formato quando l’Universo ha quasi dieci miliardi di anni, insieme a tutto il sistema della nostra stella. Ed insieme a tanti altri pianeti intorno alle altre stelle. Su questo piccolo pianeta, nasce la nostra storia.

Una storia lunga, la storia di un indefinito da cui l’Universo prende le mosse per diventare infinito. L’Alfa come Big Bang, genera in seguito la Radiazione di Fondo e, forma le stelle, forma le galassie, forma i pianeti. E forma l’uomo, e l’inconscio e la magia con cui l’uomo vede il Cielo. La sua vera origine.

Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice

Autori

  • Marco Giammarchi è Primo Ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, abilitato Professore Ordinario di Fisica delle Interazioni Fondamentali. È' titolare del corso di Fisica delle Particelle all'Università degli Studi di Milano ed è stato Guest Scientist al Fermilab negli USA e all'Albert Einstein Center di Berna. Ha partecipato a esperimenti al Fermilab, al Laboratorio del Gran Sasso, in Belgio, in Argentina e al CERN di Ginevra. È' tra i fondatori di Borexino, esperimento che ha dimostrato il funzionamento del centro del Sole con i neutrini e nel 2015 ha fondato l'esperimento QUPLAS che ha osservato per la prima volta l'interferometria quantistica di antimateria. I suoi interessi vanno dalla fisica astro-particellare e del neutrino alla fisica quantistica e alla gravitazione con antimateria. È autore di 300 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 interventi a conferenze internazionali. Interessato alla spiritualità orientale, da oltre dieci anni collabora con Filosofi della Scienza su temi epistemologici e di filosofia teoretica.

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  • Roberto Radice (Busto Arsizio 1947), già professore ordinario di Storia della filosofia antica all’Università Cattolica di Milano è condirettore delle collane: “Temi metafisici e problemi del pensiero antico” e “Platonismo e filosofia patristica”, Vita e Pensiero, Milano, nonché direttore di “Lexicon, collana di lessici [informatici] di filosofia antica”, edizioni Biblia, Milano. I suoi interessi scientifici spaziano dall’Ellenismo al Neoplatonismo, passando attraverso Aristotele e il Giudaismo alessandrino. I suoi ultimi libri (dal titolo Magica filosofia e I nomi che parlano) editi da Morcelliana nel 2019 e nel 2020 sono dedicati ai rapporti fra la filosofia e il pensiero magico, nonché alla storia dell’allegoria filosofica. Collaboratore del “Corriere della sera” nei collaterali della serie “Grandangolo” (11 titoli) e “Filosofica” della quale è anche curatore.

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