Gli eterni principi e la filosofia
Eterni Principi hanno spinto l’uomo nella sua navigazione nell’essere. Lo hanno influenzato e ne sono stati influenzati. Le teologie e le energie cosmiche percepite, nel conscio e nell’inconscio, hanno permesso lo sviluppo delle mitologie nel tempo. E la nascita della filosofia. Le strade dell’infinito si sono incrociate con quelle umane tramite l’astrale. E le strade dell’indefinito tramite il pensiero.
La strada dell’inconscio, del magico, dello psichico e del mistico è corsa parallela a quella della filosofia, della ragione e della speculazione. Fino al loro incontro. L’incontro degli studi mitologici e della psiche con le conoscenze scientifiche e filosofiche. La nascita della scienza, del suo sapere e del suo rapporto con il sapere.
Nell’Alfa dell’umano sulla Terra fioriscono le mitologie – mitologie come connessione dell’umano col Cosmico – con le rappresentazioni e con le energie psichiche. Mitologiche sono molte delle rappresentazioni di 20,000 anni fa nelle grotte profonde, con chiari riferimenti a culti di tipo sciamanico. La ricerca umana di sintonia con le energie del cosmo. Sintonia che viene intuita nella dimensione naturale, come testimoniato dalle figure ritrovate nei disegni rupestri di Lascaux e delle altre grandi grotte. Disegni che forse facevano da sfondo a sacerdoti vestiti in abiti rituali. Ma la stessa sintonia si deduce dai ritrovamenti in ogni parte del mondo di statuette femminili rappresentanti donne gravide in fome stilizzate che rappresentano le energie generatrici e creatrici dell’umano.
Ed è questo il percorso che si spezza, che si interrompe di fronte a un evento fortemente critico, decisivo nella storia dell’umano: la nascita della Filosofia Occidentale in Grecia.
Prima di tutto, con la nascita della Filosofia, la ricerca di Eterni Principi, diventa definizione degli stessi, acquisisce coscienza di sé. Ed in secondo luogo, la Filosofia si pone di fronte alla realtà a prescindere dal mito: esegue una grande scissione della conoscenza e del sapere. Sceglie il suo lato apollineo, e ne dimentica il dionisiaco.
La Filosofia dei Greci diviene visione primariamente razionale, visione di armonia e di compostezza. In tal senso, viene ad aprirsi lo spazio concettuale nel quale nasce tutta la civiltà dell’Occidente. In parte dimenticando, mettendo in secondo piano l’irrazionale, lo spirituale. Il mistico. Ma sintetizzando le teologie occidentali con la visione aristotelica.
Ma la storia di Occidente è anche storia di religioni. E di spiritualità forti, prorompenti, provenienti dal nucleo giudaico. La tensione con la quale un gruppo di uomini palestinesi ritenne di aver visto un uomo risorto fu talmente forte da cambiare il corso della storia. La tensione, altrettanto potente, con la quale un pastore arabo ritenne di avere avuto un’illuminazione divina, anch’essa cambiò – e di nuovo – il corso della storia. Fecero dell’Occidente la civiltà delle grandi religioni monoteistiche.
Fu la Scolastica il movimento del pensiero che cercò la sintesi, la crasi tra Aristotele e il Cristianesimo, culminata nella sintesi tommasea del ‘200. Sintesi di equilibrio di fede e ragione, con la seconda subalterna alla prima. Ma pur sempre sintesi.
Ed è su questo equilibrio, e talora su questo scontro, tra spiritualità (in senso di fede) e ragione, che si gioca in gran parte l’evoluzione del pensiero moderno. Ma da questa evoluzione molti aspetti della spiritualità restano esclusi: ad esempio lo gnosticismo, la mistica profonda, il sufismo nell’Islam e tanti altri aspetti dell’esoterismo apocrifo.
Lungo i secoli la dimensione mistica rimane sia in occidente sia nel mondo arabo. Percorre il territorio del sogno e dell’inconscio, nonché le strade della magia e dell’ignoto. Rimane nel profondo, nel sotterraneo. Rimane nei canti e nelle evocazioni religiose e nelle esperienze degli eremiti. Rimane perfino nella ricerca alchemica, nella letteratura e nella musica. Riemerge nella stessa filosofia, che con Nietzsche diverrà consapevole della frattura originaria tra l’apollineo e il dionisiaco.
La Filosofia prosegue la sua strada di conoscenza e dà origine alla Scienza, alla maggior pretesa di controllo che l’umano abbia mai formulato. Certo la filosofia nel momento in cui origina la Scienza, da essa si separa. Ma la scienza fornirà alla filosofia strumenti di ricerca strepitosi: sono anche gli strumenti di cui stiamo parlando.
Infine sarà la scienza stessa a recuperare l’inconscio, tramite la strada della psicoanalisi. Freud, Jung e altri sapienti hanno recuperato per noi il mondo dei sogni e dell’inconscio che è anche mondo di simboli e di archetipi. Si tratta della ricomposizione di una frattura e di ripristinare un contatto con l’interiorità, un recupero mosso da ragioni terapeutiche, ma che in seguito ha aperto una prospettiva nuova su tutto il nostro modo di agire e pure di essere uomini.
E a sua volta questa rivoluzionaria scoperta dell’inconscio apre la strada per il recupero simbolico della mitologia più antica. Fu Hillmann, infatti, a riprendere il mondo degli Dei Greci, rivisitandolo in chiave psicologica, con la creazione di quella che oggi si tende giustamente a chiamare psicologia archetipica.
E’ ancora lo studio dell’inconscio a restituire valore – anche valore che chiameremmo “scientifico” – all’aspetto teologico della ricerca umana ponendosi di fronte alla vita e alla morte come tema culturale – anche se mistico – ed elemento di confronto archetipale con l’inconscio. Ma, è pur sempre, in ultima analisi, elemento del razionale. È legittimo considerare scienza escatologica la teologia in quanto è conoscenza e studio delle realtà ultime e confronto con la morte.
In tal modo le scienze occidentali convergono in visioni compatibili anche se con diversi criteri di verità e per questo sono confrontabili e ricche di analogie. Un “Omega” dove si concepisce una unione, una visione complessiva potente e variegata dell’essere.
Autori: Marco G. Giammarchi e Roberto Radice
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