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Parte 2/3 – Cosa rappresentava Ipponoo detto Bellerofonte?

Abstract

L’articolo a seguire costituisce la seconda parte dell’analisi in chiave psicoarchetipca della Chimera e del cavaliere Bellerofonte. A prima vista, questa classica storia mitologica ci fa riflettere su come sebbene questi racconti fossero assurdi, incoerenti e nel migliore dei casi, favole fantastiche, esse in realtà contenevano più piani di lettura.

Grazie alle intuizioni degli autori rinascimentali, sappiamo che dietro queste apparenze, si celavano simboli il cui scopo era di rivolgersi alla parte inconscia della nostra psiche affiché essa potesse fare conoscenza di sé.

Passiamo questa volta ad analizzare la figura del cavaliere che in soprannome faceva Bellerofonte.

1 – Introduzione

Nella prima parte di questo articolo LEGGI ARTICOLO, avevamo introdotto la figura del mostro mitologica chiamato la Chimera e grazie alla “rilettura in trasparenza” alla Hillman, avevamo scoperto che essa sia da considerare come l’archetipo che sta dietro alle contraddizioni ed ai paradossi della vita e, basandoci sull’aspetto del mostro mitologico, avevamo anche dedotto che egli incarnasse le cosiddette antinomie [1].

Avevamo quindi mostrato come secondo gli antichi per far fronte alle controversie apparentemente insanabili si dovesse possedere lo spirito di Amisodaro.

Questa volta invece, esamineremo l’episodio più celebre, quello della battaglia che ha per protagonista Bellerofonte in compagnia del mitico cavallo Pegaso e che rappresenta, per dirla in maniera moderna, la seconda “strategia” suggerita dagli antichi per affrontare le contraddizioni interiori.


[1] “antinomìa s. f. [dal lat. antinomĭa, gr. ἀντινομία, comp. di ἀντί «contro» e νόμος «legge»]. – Contraddizione, reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra due tesi, fra un principio e un altro di una scienza.” Tratto da https://www.treccani.it/vocabolario/antinomia/

2 – Chi era veramente Bellerofonte?

Nella prima parte avevamo accennato al fatto che il vero nome dell’eroe protagonista del racconto non fosse Bellerofonte ma Ipponoo e che, a seconda delle fonti rinvenute, egli era menzionato o come figlio del Re Glauco, o del dio Poseidone o, secondo Esiodo, di entrambi.

Partendo dalla constatazione che all’interno dei racconti dei riguardanti la mitologia dell’antica Grecia “nulla è casuale e tutto è allegorico” [2], abbiamo deciso di vedere cosa si nasconde dietro il nome del nostro eroe, nella speranza che esso ci possa indicare qualcosa riguardante la sua indole o temperamento [3].

Ipponoos/Bellerophon – Aphrodisias Foto credit by William Neuheise https://www.flickr.com/people/7678722@N07 foto tratta da https://www.flickr.com/photos/7678722@N07/7471674250 It was reviewed on 28 May 2015 by FlickreviewR and was confirmed to be licensed under the terms of the cc-by-2.0.

Se analizziamo da un punto di vista etimologico il nome Ipponoos – ππόνοος, notiamo che esso consiste nella giustapposizione di due sostantivi.

Il primo è Ippos – ππος, che significa «cavallo», il secondo è noos – νόος che può essere rappresentato con «intelligenza», «perspicacia», «intelletto» e, secondo il vocabolario Liddlle-Scott-Jones, «saggezza».

In pratica gli antichi hanno voluto dirci che il figlio di Poseidone era colui che possedeva l’intelletto, la saggezza, del cavallo, ovvero quell’istinto che ci permette di guardare dentro di noi, di scoprire la nostra vera essenza e giungere così alla γνῶθι σεαυτόν, gnōthi seaytón.

Ovvero alla conoscenza di sé


[2] Per affrontare in maniera approfondita e contestualizzare correttamente il significato di questa affermazione, consigliamo la lettura del seguente saggio: https://www.academia.edu/77992931/Approccio_metodologico_applicato_allo_studio_dei_miti_dell_antica_Grecia
[3] Per temperamento intendiamo  per quegli aspetti psicologici che costituiscono l’insieme di impulsi, istinti e tendenze che sono innati, ossia indipendenti dagli influssi esterni che l’individuo subisce nell’arco della propria vita.

3 – Ipponoo, da chi avrà appreso l’intuito?

Incuriositi allora, dalla qualità di saper riflettere sull’inconscio rappresenta dal nòos, ci siamo domandati se qualche indizio in più poteva venirci, come al tre volte capitato nelle nostre analisi, andando alla ricerca degli archetipi dei genitori.

Abbiamo allora compiuto un’indagine etimologia sul nome dalla madre del cavaliere mitologico che è Eurymede – Εὐρυμήδη or Εὐρυμέδη [4] (nome proprio femminile, del nome maschile Εὐρυμέδων – Eurimedon ) col solito metodo da noi usato, ovvero quello spiegato da Platone nel Cratilo, che si basa sull’associazione libera di idee, sull’assonanza che intercorre tra i termini o sulla loro eventuale relazione omofonica.

Abbiamo così scoperto, chiedendo aiuto al vocabolario Bailly, che deriverebbe da eurys – ερς, quindi «largo», «spazioso» e medo – μδω, che significa il «presiedere», «signoreggiare», «dominare».

Pertanto questo nome agli antichi evocava immagini del tipo: «colei che domina su grandi spazi».

A quale spazio si riferiscono gli antichi, secondo una una lettura “tautegorica” come direbbe il filosofo tedesco Friedrich W. J. Schelling, ci viene da pensare che ella fosse regina di un regno molto esteso.

A priori non possiamo escludere che questo fosse effettivamente il riferimento, ma ciò non toglie che noi, diversamente dal filosofo nato nel Land del Baden-Württemberg nel 1775, ci occupiamo di una lettura di tipo psicoarchetipica, ovvero simile a quella elaborata da  Friedrich Creuzer, il quale sosteneva che la ricerca nel campo del mito e della religione non poteva “arrestarsi allorquando avesse attinto all’origine storica, alla connessione causale, alla spiegazione naturalistica, ma quando si fosse giunti di portare alla luce il significato simbolico”.

Ma per svelare il significato simbolico era necessario quello che egli considerava il dono ermeneutico, cioè, la capacità di percepire mitologicamente [5].

Allora, dato che ci troviamo in un mondo dove, per dirla alla Hillman, gli dei incarnano gli archetipi che popolano la psiche, allora il mondo, il regno di Eurinome, che ricordiamo era moglie di Poseidon e madre di Ipponoo, non poteva che essere quello del Tartaro [6].

Ora il Tartaro, non va assolutamente confuso con l’Ade.

Infatti, mentre il primo è un princìpio menzionato nella cosmogonia di Esiodo [7], il secondo, essendo figlio di Crono e Rea è un dio Olimpo e quindi, secondo il modello di James Hillman, incarnerebbe un archetipo della psiche individuale [8].

Questo è il motivo per cui Tartaro è proprio un regno grande, esteso, in quanto esso rappresenta un modello di psiche precedente in ordine cronologico e anticipatore, da un punto di vista archetipico di quella che sarebbe all’interno ciascuno di noi [9].

Lo affermiamo poiché riteniamo di aver individuato nel sostantivo maschile ταρσός – tarsos, il richiamo immaginale più vicino a quello originario.
ταρσός – tarsos infatti, significa «la pianta del piede», il «palmo della mano» e, la cosa è per noi di grande interesse, «una superficie ampia», suggerendo l’idea di una superficie di grandi dimensioni.
La prima conseguenza allora, è che, qualunque cosa abbia a che fare l’archetipo incarnato da Ipponoo, esso, riguarda una capacità, il nòos, che serve a collegare l’uomo con “qualcosa” che ha sempre a che fare col mondo della psiche e che in particolare costituisce la sovrastuttura della psiche individuale [10].


[4] Il nome lo ricaviamo dal seguente passo di Pseudo Apollodoro 1.9.3 “E Sisifo, […ebbe…] come figlio Glauco, che ebbe assieme a Eurimede di nome Bellerofonte, il quale uccise la Chimera che sputava fuoco”
[5] Ricordiamo che Creuzer era un neoplatonico.
[6] Sebbene Poseidon sia noto per mezzo dell’epiteto di dio dei mari, in maniera traslata, gli antici volevano dirci che egli, detenendo le chiavi del tartaro, aveva il potere di tenere a bada  le emozioni più travolgenti e tempestose, le quali a loro volta, erano simbolicamente equiparate alle sensazioni causate dalle emozioni  più intense.
[7] Verso 119 – “il Tartaro oscuro nelle profondità della Terra dai larghi sentieri”. Aggiungiamo che il termine “cosmogonia di Esiodo” fa riferimento ai primi istanti della creazione, quelli che precedono non solo la creazione della materia, ma addirittura i princìpi primi sui quali si basa prima di tutto, la creazione del cosmo trascendente, e solo in un secondo momento, in accordo con il modello orfico che avremo prossimamente modo di approfondire, precedeva quello del mondo immanente.
[8] Il lettore che fosse interessato ad approfondire il modello di psiche immaginato dagli antichi Greci e approfondire le tematiche qui appena accennate, non possiamo che consigliare il libro che a breve verrà pubblicato dal titolo : “La cosmogonia orfica Il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica” e di cui l’autore è il medesimo di questo saggio.
[9] Data la delicatezza e complessità del tema, rimandiamo il lettore all’approfondimento che si trova inserito nel capitolo 9 del libro intitolato “La cosmogonia orfica Il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica” . Oltre a ciò dove si trovi esattamente la psiche individuale è oggetto di dibattito filosofico.
[10] Di questo mondo se ne occupa Platone prima ed il neoplatonismo e successivamente i filosofi che a questo movimento ad esso si ispirano. Consigliamo a proposito la lettura del testo intitolato  “Damascio – Intorno ai principi primi – Aporie e soluzioni” – A cura di Tiziano Ottobrini- 2022 Editrice Morcelliana Brescia del quale si trovano ampli stralci nel testo citato alla nota 9.

Ma Eurinome, dona al figlio una capacità che lui sarà in grado di far propria, dote che, come avremo modo di vedere, si rivelerà indispensabile per vincere il duello con la Chimera.

Per comprendere di cosa si tratta, ci viene in soccorso un racconto di Esiodo intitolato il “Catalogo delle donne”, il quale oltre ad informarci che fu il dio Zeus a decidere che il padre di Ipponoo dovesse essere Poseidon, Glauco infatti divenne solo successivamente il padre adottivo, inviò sua figlia Atena ad insegnare ad Eurymede tutta la sua arte.

“[Allora] un profumo meraviglioso si levò dalle sue vesti d’argento mentre si muoveva e la bellezza si diffondeva dai suoi occhi.”
Esiodo, Catalogo delle Donne – Frammento 7
(trad in inglese di Evelyn-White ed in italiano dall’autore
Tratto da https://www.theoi.com/Olympios/AthenaFavour.html

Che la menzione di un abito di argento sia significativa, lo deduciamo dal fatto che in greco antico argento esso di trova scritto com ὑδράργυρος – ydrargyros, che letteralmente vuol dire argento liquido, ma in realtà è un riferimento simbolico al dio Ermes.

Ricordiamo che Ermes era il dio dell’intuizione, e quindi, adoperando l’associazione libera di idee, deduciamo che Ipponoo avesse ereditato dalla madre il dono di far conoscenza, non tramite il ragionamento logico, ma ad un qualcosa che è più simile all’intuito.

Continua nella TERZA PARTE


Bibliografia:

    • Karoly Kerenyi – Gli dei e gli eroi della Grecia (ed. italiana Saggiatore 2015)
    • Jean-Pierre Vernant – Mito e religione in Grecia antica 2009
    • Edward Casey Toward_an_Archetypal_Imagination.pdf – tratto dal sito academia.edu
    • David Miller – James Hillman Il Nuovo Politeismo – La rinascita degli dei e delle dee (prefazione di Henry Corbin) 2016
    • James Hillman – Plotino, Ficino e Vico, precursori, della psicologia junghiana – tratto da appunti di una conferenza tenuta in Italia da J. Hillmann.
    • James Hillman – Articolo di presentazione della Psicologia Archetipica scritto da James Hillman sul sito Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/psicologia-archetipica_%28Enciclopedia-del-Novecento%29/
    • James Hillman – Re-visione della psicologia Edizione Adelphi 1983
    • I mostri non esistono però…Indagine sul mostro in psicomotricità – Marta Marotta
    • Jung Opere Torino: Bollati Boringhieri, 1981-2007 vol 14 cap: La dinamica degli opposti psichici
    • Henry Corbin- Mundus Imaginalis, o l’Immaginario e l’Immaginale – Parte 1 Tratto dal sito https://www.amiscorbin.com/it/
    • Henry Corbin/ Mundus Imaginalis, o l’Immaginario e l’Immaginale – Parte 2 Tratto dal sito https://www.amiscorbin.com/it/
    • Esiodo Theogony. 319 si parla di chimera
    • Pseudo apollodoro Biblioteca 2.3.1 e 2.3.2
    • Omero . Iliade VI 180-184 descrizione chimera
    • Th. 300 descrizione echidna
    • Omero, Iliade XVI, v. 328 Amisodaro
    • Omero Iliade 16.328
    • Il sito www.theoi.com la più ricca libreria digitale di libri e testi riguardanti la mitologia greca raccolta dalla biblioteca dell’università di Oackland e, adoperata da Nasa, e dalle università dell’MIT, Stanford, Harvard e Yale.
    • https://www.hellenicgods.org/
    • http://www.nilalienum.it

Vocabolari consultati

Autore: Massimo Biecher

Autore

  • Cultore della mitologia greca, pubblica saggi che, rileggendo le storie mitologiche dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica di James Hillman, mettono in evidenza i riferimenti simbolici al modo della psiche. Autore del libro a breve in uscita, dal titolo «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica» Due dei suoi saggi sono stati pubblicati all’interno dei seguenti libri, • «Il seme della gioia» - Biblios edizioni 2021 • «Analisi del mito di Orfeo ed Euridice» - all’interno del libro del dott. Daniele Lo Rito e dott.ssa Marianna Velotto - 2023 Tiene ogni anno diverse conferenze allo scopo di condividere i risultati delle sue ricerche: Conferenze: 03/03/2022 «La paura all’interno della mitologia greca» - per l’associazione culturale Virtute e Canoscenza 29/03/2022 «Pitagora e la musica: la scienza al servizio dell’arte, la ragione amica delle emozioni” - Presso gli “Amici del Loggione del Teatro alla Scala” 17/12/2022 «La Cosmogonia Orfica e l’uovo cosmico» - presso l’associazione “Arpa magica” a Milano 26/01/2023 «L’uovo cosmico all’interno della Pala di Brera di Piero della Francesca: anello di congiunzione tra la mitologia dell’antica Grecia ed il Rinascimento fiorentino» presso il Rotary Club Se.De.Ca 09/05/2023 «Quale ruolo rivestiva la botanica all’interno dei racconti della mitologia greca, (se indossiamo le lenti della psicologia archetipica?) » - Presso il Museo di Storia Naturale a Milano ospite del Gruppo Botanico Milanese 22/06/2023 « Qual’è il “Nesso” tra Pitagora la Musica ed il mondo delle emozioni ? » - Circolo Filologico Milanese 15/09/2023 «Introduzione alla mitobiografia ed significato discesa nell’Ade di Orfeo» - Spazio Aurea Milano 21/09/2023 «Il mito di Orfeo ed Euridice riletto attraverso le lenti della psicologia archetipica » - Spazio Aurea Milano 12/11/2023 «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica » - Spazio Alda Merini per Filosofia sui Navigli. 11/03/2024 Per la rivista culturale Progetto Montecristo il webinar dal titolo: « Come veniva rappresentata la paura all’interno dei racconti della mitologia greca? Quali erano i personaggi che erano chiamati ad incarnare le doti caratteriali per affrontarle ? » Massimo Biecher è dicembre 2023 vicedirettore della rivista Progetto Montecristo.

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