Autore

  • Biecher Massimo

    Cultore della mitologia greca, pubblica saggi che, rileggendo le storie mitologiche dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica di James Hillman, mettono in evidenza i riferimenti simbolici al modo della psiche. Autore del libro a breve in uscita, dal titolo «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica» Due dei suoi saggi sono stati pubblicati all’interno dei seguenti libri, • «Il seme della gioia» - Biblios edizioni 2021 • «Analisi del mito di Orfeo ed Euridice» - all’interno del libro del dott. Daniele Lo Rito e dott.ssa Marianna Velotto - 2023 Tiene ogni anno diverse conferenze allo scopo di condividere i risultati delle sue ricerche: Conferenze: 03/03/2022 «La paura all’interno della mitologia greca» - per l’associazione culturale Virtute e Canoscenza 29/03/2022 «Pitagora e la musica: la scienza al servizio dell’arte, la ragione amica delle emozioni” - Presso gli “Amici del Loggione del Teatro alla Scala” 17/12/2022 «La Cosmogonia Orfica e l’uovo cosmico» - presso l’associazione “Arpa magica” a Milano 26/01/2023 «L’uovo cosmico all’interno della Pala di Brera di Piero della Francesca: anello di congiunzione tra la mitologia dell’antica Grecia ed il Rinascimento fiorentino» presso il Rotary Club Se.De.Ca 09/05/2023 «Quale ruolo rivestiva la botanica all’interno dei racconti della mitologia greca, (se indossiamo le lenti della psicologia archetipica?) » - Presso il Museo di Storia Naturale a Milano ospite del Gruppo Botanico Milanese 22/06/2023 « Qual’è il “Nesso” tra Pitagora la Musica ed il mondo delle emozioni ? » - Circolo Filologico Milanese 15/09/2023 «Introduzione alla mitobiografia ed significato discesa nell’Ade di Orfeo» - Spazio Aurea Milano 21/09/2023 «Il mito di Orfeo ed Euridice riletto attraverso le lenti della psicologia archetipica » - Spazio Aurea Milano 12/11/2023 «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica » - Spazio Alda Merini per Filosofia sui Navigli. 11/03/2024 Per la rivista culturale Progetto Montecristo il webinar dal titolo: « Come veniva rappresentata la paura all’interno dei racconti della mitologia greca? Quali erano i personaggi che erano chiamati ad incarnare le doti caratteriali per affrontarle ? » Massimo Biecher è dicembre 2023 vicedirettore della rivista Progetto Montecristo.

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Ciclo dedicato ad Afrodite – Chi erano gli erotes ? – parte prima

Introduzione

Nella prima parte, pubblicata qui, abbiamo introdotto, seppur in maniera concisa, il metodo che adoperiamo per rileggere le divinità dell’antica Grecia “in trasparenza”.

Nel lavoro successivo, abbiamo iniziato ad  analizzare la figura della dea assurta nell’immaginario collettivo a dea dell’amore, mentre come abbiamo potuto dimostrare, da un punto di vista psico-archetipico essa incarnerebbe l’archetipo del desiderio in senso lato.

Ma le storie degli dei sono complesse ed intricate e popolate spesso da personaggi apparentemente secondari, i quali invece, avevano la funzione di arricchire di sfumature l’archetipo principale.

In questa terza parte inizieremo ad introdurre dei personaggi che solitamente vengono accostati alla figura della dea Afrodite.

Essi sono i cosiddetti erotes.

Alcuni di loro sono piuttosto famosi. Pensiamo per esempio ad Ermafrodito od Eros, altri invece, molto meno.

Lo studio e l’analisi di essi, come avremo modo di vedere, si rivela determinate per una comprensione più ampia dell’archetipo associato alla figlia di Urano e del Mare.

Come avremo modo di vedere, lungi dall’essere “personaggi minori” o di contorno, sembrano costituire invece una sorta di modalità con cui l’archetipo di Afrodite di volta in volta si manifesta.

 

Gli eroti (ἔρωτες – erotes)

Per quanto riguarda queste figure, cominciamo col notare che, come spesso accade nella mitologia antica, abbiamo incontrato un numero discordante di personaggi, che variano a seconda dalla fonte.

Tradizioni, le quali a loro volta, hanno attinto dal folclore e dal passa parola che venivano diffuse in primis all’interno delle famiglie e che venivano raccontate ai più piccoli sotto forma di favole.

Lo scopo era quello di narrare in forma poetica le gesta delle divinità e dei personaggi che popolavano la religione politeista allora in voga tra gli antichi Greci, ma soprattutto, secondo l’ipotesi fatta da James Hillman, a trasmettere sotto forma di immagini e quindi inconscia, insegnamenti che riguardavano le dinamiche dell’anima.

Anima che ricordiamo, allora si chiamava ψυχή – psiché e che oggi definiamo in maniera alternativa come il mondo dei sentimenti e delle emozioni [1].

Anche per quanto riguardo gli “erotes”, le fonti divergono sul numero di quanti essi fossero ed in alcune storie se ne arrivano a contare fino a 5.

Ma é proprio grazie alla molteplicità delle versioni, che le storie, se da un lato ci possono lasciare spaesati, fornendoci addirittura aneddoti contraddittori e discordanti, dall’altra ci permettono di ottenere un quadro, dal punto di vista psicoarchetipico, ancor più ricco e variegato.

 

I nomi degli eroti

Secondo Omero ed Esiodo Afrodite, appena nata dalla schiuma del mare, nel momento in cui mise piede sulla terra ferma, era accompagnata da due personaggi, i cui nomi sono Eros (Ἔρως) ed Imeros (Ἵμερος).

Osserviamo come, seppur siano scritti e pronunciati in maniera diversa, che nella parte finale essi risultano omofonici.
Come vedremo più avanti, invece, essi incarnavano qualità diametralmente opposte.

Secondo altre storie mitologiche, tra gli eroti si annoverano anche Anteros (Αντερως ) ed Hedilogo (Ἡδυλογος – edilogos), ma sono stati rinvenuti alcuni vasi sui quali erano indicati come accompagnatori di Afrodite personaggi come Ermafrodite (ἙρμαφροδιτοςErmafroditos) , Imeneo (ὙμεναιοςYmenaios) e Pothos (ΠοθοςPothos).

Desideriamo ribadire che al di là della discordanza delle tradizioni, per esempio alcuni autori riferiscono che Imeneo e Pothos siano figli della dea stessa, altri no, anche in questo caso, l’esame dei loro nomi mediante l’analisi etimologica, ci fornisce indizi utili ai fini della nostra ricerca.

Cominciamo con il primo, il più famoso e quello che, se “riletto in trasparenza” manifesta qualità differenti a quelle che ormai siamo abituati ad immaginare.


[1]) Non dobbiamo dimenticare che il termine ψυχή  – psiché, che in greco antico assumeva i significati di «spirito», «anima» (in senso spirituale), «anima» come come sede di sentimenti ), «vita», «essere vivente», ma anche «farfalla», nell’accezione con cui viene intesa ai giorni nostri, è un’invenzione dei primi del cinquecento. Ai tempi degli antichi greci, il termine psiche, aveva sia una connotazione spirituale, quindi qualcosa di divino o di provenienza divina, che di contenitore o luogo dove albergavano i travagli interiori.

 

Eros Farnese (da Wikipedia)

Eros – Ἔρως

Eros é il dio che ha finito per assumere, riteniamo a causa di un equivoco, l’accezione di “amore erotico” o di “amore lussurioso”, quello che incarnerebbe il cosiddetto terzo vizio capitale, ma il cui nome, al tempo degli antichi greci, “evocava”, come vedremo, tutt’altri significati.

Secondo il dizionario Bailly deriverebbe dal sostantivo ἔρως – eros, che significa «desiderio dei sensi», «amore», ma anche «desiderio appassionato per qualcosa», «desiderare qualcosa», «eccitazione dell’anima».

In quest’ultimo caso ci stiamo avvicinando proprio al piano di lettura prediletto dalla psicologia archetipica ed infatti, potremmo renderlo in italiano semplicemente con «gioia».

Già questi indizi, ci portano a scorgere che l’archetipo che si cela dietro al personaggio che in epoche successive, ha costituito la fonte di ispirazione artistica per la raffigurazione dei cosiddetti “putti”, vi sia in realtà l’archetipo del desiderio di qualcosa che dona una gioia incontenibile.

Ma proseguiamo la nostra analisi.

Sempre secondo il nostro vocabolario etimologico di riferimento, ἔρως – eros deriverebbe dal verbo ἐράω – erao.

In effetti erao richiama significati e quindi immagini, legate ad «amare», «avere caro», «essere invaghito», «avere voglia di», «aspirare a», «bramare», «desiderare avidamente» e «desiderare».

Ma erao, a sua volta, sembra ispirasi ai verbi quasi omofoni come oreo – ὁρέω od al suo equivalente, orao – ὁράω, che significano «vedere», «guardare», «volgere lo sguardo», «aspirare a».

E secondo il dizionario Billy, anche «tendere» e «mirare».

L’eros pertanto, rappresenterebbe l’archetipo di ciò che ci “spinge” ad agire, che ci pone in una “tensione” interiore che ci mette in movimento, in direzione, come abbiamo detto prima, verso qualcosa che una volta “conquistato” ci dona gioia.

Come l’amore. Ma non solo…

È l’archetipo che crea una sorta di tensione interiore e che precede la messa in movimento in direzione di ciò che desideriamo, sia che si tratti di un un oggetto che di una persona, ma in entrambi i casi, si tratta di cose o persone che una volta “raggiunte” siamo convinti che possano donarci un’emozione particolare.

Che per esempio può essere sia il desiderio di intraprendere hobby od uno sport, ma anche il lavoro che metterebbe a frutto la nostra passione e competenza.

Ma è lo stesso archetipo, che sotto un’altra forma, ci fa prendere iniziative in maniera impulsiva quando di fronte a noi intravvediamo un’opportunità che giudichiamo imperdibile, perché “sotto sotto” siamo convinti che da quella occasione possa nascere qualcosa che ci dia un nuovo slancio, una nuova motivazione.

Lo stesso archetipo che ci spinge a voler desiderare un determinato bene se riteniamo che esso può renderci felici od appagati.

È quello che in italiano si chiama desiderio, inteso però nell’accezione del senso etimologico del termine.

Derivando infatti dal latino “de-siderare, significa «cessare di guardare le stelle» e pertanto, di “mettersi in movimento”.

E quindi “andare incontro alla persona amata” oppure uscire di casa per “andare a vedere un film interpretato dal nostro attore preferito”, o infine, intraprendere tutta una serie di azioni che ci porteranno a raggiungere un desiderio agognato.
Tornando ad Eros, non abbiamo trovato tracce od indizi che ci dicano egli abbia a che fare con la “brama di possesso” rivolta esclusivamente nei confronti di una persona.

 

Esisteva un secondo Eros.

Ma all’interno della mitologia antica vi era anche un’altro Eros, ed è quello di cui parla Esiodo all’inizio della sua Teogonia,

[120] ed Eros il più bello tra gli dei immortali, che rilassa le membra e seduce/sottomette il petto/cuore i saggi consigli di tutti gli dei e di tutti gli uomini che sono in essi.

Tratto da: http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=urn:cts:greekLit:tlg0020.tlg001.perseus-grc1:104-138
Esiodo Theogonia 120
Traduzione dall’inglese di Evelyn-White dell’autore

Sebbene molte incongruenze presenti all’interno dei racconti della mitologia antica vengano liquidate come contraddizioni che si risolvono postulando che un popolo barbaro non poteva che partorire una religione incoerente [2], l’Eros menzionato al verso 120, non sarebbe lo stesso di cui abbiamo parlato nella prima parte di questo lavoro.

Infatti [3] alcune tradizioni attestando che Eros e l’altro erotes, cioè Imeros, siano figli di Afrodite, mentre altri racconti di Gea ed Urano, sembrano confermare che questo “proto-putto” appartenga alla generazione degli dei.

La logica pertanto ci costringe a supporre che l’Eros del Verso 120, quello che seduce il cuore di tutti gli dei e degli uomini non sia lo stesso del verso 201, che essendo un dio post olimpico, sembra improbabile possa avere avuto la capacità di influire sugli della generazione precedente (e dei titani).

E con lei andò Eros, e il bel Desiderio la seguì fin dalla sua nascita e quando entrò nell’assemblea degli dei.

Tratto da http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=urn:cts:greekLit:tlg0020.tlg001.perseus-grc1:173-206
Esiodo Teogonia 201
Traduzione dall’inglese di Evelyn-White dell’autore

In realtà, e qui accenniamo brevemente all’orfismo [4], questo eros sarebbe l’altro modo con cui veniva chiamato Phanes, il dio protogonos o il primo nato tra gli dei, sconosciuto ai più perché veniva menzionato solo all’interno della cosmogonia che porta il nome di Orfeo, lo stesso che sposò Euridice.


[2] ) Paul Veyne – I greci hanno creduto ai loro miti? – Il Mulino 1984
[3] ) secondo Apollonio di Rodi [poeta greco del III secolo a.C.] Eros è figlio di Afrodite, Saffo [poetessa greco del VI secolo a.C.] dice che è Gea, Terra e Urano (Urano, Cielo), Simonide [poeta greco del VI-V a.C. ] afferma che sia figlio di Afrodite e Ares e così via.
[4] ) Inizieremo ad introdurre l’orfismo più avanti, ma solo dopo la pubblicazione del libro intitolato «La cosmogonia orfica – Il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica.»

Phanes (da Wikipedia)

Ma Φάνης – Phanes deriva da φανός – phanos che significa «chiaro», «lucido», «splendido», «illustre», «luminoso», «brillante» , «raggiante» e secondo il vocabolario Bailly, deriva dal verbo φαίνω  – phaino, il quale, quando ha una funzione transitiva, significa  «mettere in luce», «render visibile», «far apparire», «mostrare», «far vedere».

Pertanto l’eros-phanes rappresenta il dio che non vede l’ora di illuminare la creazione e di farla apparire dal nulla.

 

Gli altri erotes

Ma come abbiamo preannunciato eros è solo uno delle divinità alate che circondavano Afrodite.

Parleremo nella quarta parte, quali erano invece gli archetipi associati ad Imeros, Anteros Hedilogos e del ben più famoso Ermafrodite.

Massimo Biecher

>> prosegue…

Bibliografia:

Autore: Massimo Biecher

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  • Biecher Massimo

    Cultore della mitologia greca, pubblica saggi che, rileggendo le storie mitologiche dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica di James Hillman, mettono in evidenza i riferimenti simbolici al modo della psiche. Autore del libro a breve in uscita, dal titolo «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica» Due dei suoi saggi sono stati pubblicati all’interno dei seguenti libri, • «Il seme della gioia» - Biblios edizioni 2021 • «Analisi del mito di Orfeo ed Euridice» - all’interno del libro del dott. Daniele Lo Rito e dott.ssa Marianna Velotto - 2023 Tiene ogni anno diverse conferenze allo scopo di condividere i risultati delle sue ricerche: Conferenze: 03/03/2022 «La paura all’interno della mitologia greca» - per l’associazione culturale Virtute e Canoscenza 29/03/2022 «Pitagora e la musica: la scienza al servizio dell’arte, la ragione amica delle emozioni” - Presso gli “Amici del Loggione del Teatro alla Scala” 17/12/2022 «La Cosmogonia Orfica e l’uovo cosmico» - presso l’associazione “Arpa magica” a Milano 26/01/2023 «L’uovo cosmico all’interno della Pala di Brera di Piero della Francesca: anello di congiunzione tra la mitologia dell’antica Grecia ed il Rinascimento fiorentino» presso il Rotary Club Se.De.Ca 09/05/2023 «Quale ruolo rivestiva la botanica all’interno dei racconti della mitologia greca, (se indossiamo le lenti della psicologia archetipica?) » - Presso il Museo di Storia Naturale a Milano ospite del Gruppo Botanico Milanese 22/06/2023 « Qual’è il “Nesso” tra Pitagora la Musica ed il mondo delle emozioni ? » - Circolo Filologico Milanese 15/09/2023 «Introduzione alla mitobiografia ed significato discesa nell’Ade di Orfeo» - Spazio Aurea Milano 21/09/2023 «Il mito di Orfeo ed Euridice riletto attraverso le lenti della psicologia archetipica » - Spazio Aurea Milano 12/11/2023 «La cosmogonia orfica - il filo rosso che passando per il neoplatonismo, collega Pitagora con la psicologia archetipica » - Spazio Alda Merini per Filosofia sui Navigli. 11/03/2024 Per la rivista culturale Progetto Montecristo il webinar dal titolo: « Come veniva rappresentata la paura all’interno dei racconti della mitologia greca? Quali erano i personaggi che erano chiamati ad incarnare le doti caratteriali per affrontarle ? » Massimo Biecher è dicembre 2023 vicedirettore della rivista Progetto Montecristo.

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