Sono 35 anni che Ruggero Marino si dedica con passione, perseveranza, accuratezza storica alla ricerca della verità su Cristoforo Colombo, figura quanto mai complessa e contraddittoria, se prestiamo fede ai molti libri che sono stati scritti su di lui. Da giornalista professionista Marino si è scoperto, nel corso di questi anni, storico di vaglia, anche a livello internazionale.
Il suo libro “Cristoforo Colombo l’ultimo dei templari “è staro tradotto in 7 Paesi, mentre il “Times” ha dedicato due pagine ai suoi libri sinora pubblicati.
Esce ora questa sua ultima opera “La verità nascosta su Cristoforo Colombo” per la collana “L’onda” dell’Editoriale Delfino che potrebbe mettere il punto (definitivo?) su questo personaggio dalle mille sfaccettature. “Marino strikes again” titolerebbe in proposito un quotidiano americano. Ed in effetti l’autore colpisce ancora, non rinunciando alle sue battaglie, nonostante le critiche o le omissioni di molti autorevoli (?) recensori, pessimisticamente rassegnati al conformismo accademico.
La tesi dell’autore, o meglio la scoperta di Marino, parte da un’iscrizione sulla tomba in Vaticano, nella basilica di San Pietro, del papa genovese Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo: “Novi orbis suo aevo inventi gloria”, ovvero “La scoperta di un nuovo mondo nel tempo del suo pontificato”. Un papa che avrebbe finanziato la spedizione colombiana, al contrario di coloro che sostengono l’intervento dei reali di Spagna. Emblematiche in proposito, le parole di Ruggero Marino, quando, alla fine del libro, scrive: “Per cinquecento lunghi anni il più grande inganno della storia dell’umanità si è consumato nell’acquiescenza degli studiosi e nell’omertoso silenzio della Chiesa che per secoli aveva tenuto nascosto l’altro mondo, finché le fu impossibile protrarre la menzogna…”
Un libro rivoluzionario, fondato non su semplici supposizioni, ma su una vastissima e dettagliata bibliografia, frutto di anni di indagini certosine, di sopralluoghi, di continue ricerche, di interpretazioni di testi medioevali, di consultazioni di carte geografiche, di iscrizioni antiche, di incursioni ( tutte ben delineate ed approfondite) sui terreni della cabala, dell’astrologia, della predicazione medioevale, delle crociate, dell’arte ritrattistica (con alcune immagini inedite di Colombo), dei dipinti di artisti famosi negli affreschi vaticani. L’autore indaga a 360 gradi in tutti i settori, come evidenziato dai capitoli “L’apocalisse-Rivelazione”; “Il sogno gioachimita”; “Il gigante San Cristoforo”; “Il Crogiuolo alchemico”; “Il sottofondo ebraico”; “Il cavaliere del mare”; “Pleitos colombinos”. Un altro punto degno di menzione e sul quale Marino si dilunga con dovizia di particolari, è la famosa mappa di Waldseemuller, dove compare per la prima volta il nome di America, mappa di cui lo stesso Marino mette in dubbio l’autenticità. Per non parlare, infine, del notevolissimo inserto fotografico che appare alla fine del libro.
Estremamente arduo condensare i cenni, le intuizioni (suffragate da riscontri bibliografici) le scoperte che l’autore effettua nel corso della sua opera riguardanti Cristoforo Colombo, che lui definisce “singolare, enigmatico cristiano”.
Il risultato di questa immane fatica è un libro avvincente, al di là delle difficoltà dei rimandi storici, che conquista il lettore grazie ad una scrittura agile, moderna, un libro che lungi dall’apparire definitivo apre invece la strada per nuovi, ulteriori sviluppi tutti ancora dall’essere convalidati dal giudizio della Storia. Una Storia che è ancora agli inizi e che – in un futuro – potrebbe riservare delle sorprese. C’è infine da rilevare che, in appendice al volume l’autore pubblica la richiesta di due papi, Pio IX e Leone XIII, di proclamare santo Cristoforo Colombo. Una richiesta che forse, con Papa Leone XIV, potrebbe segnare il riscatto di “un servo del Signore”.
Autore: Luigi Saitta
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