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Marino risolve il “puzzle” senza fine di Cristoforo Colombo

da | 22 Lug, 25 | News |

Sono 35 anni che Ruggero Marino si dedica con passione, perseveranza, accuratezza storica alla ricerca della verità su Cristoforo Colombo, figura quanto mai complessa e contraddittoria, se prestiamo fede ai molti libri che sono stati scritti su di lui. Da giornalista professionista Marino si è scoperto, nel corso di questi anni, storico di vaglia, anche a livello internazionale.
Il suo libro “Cristoforo Colombo l’ultimo dei templari “è staro tradotto in 7 Paesi, mentre il “Times” ha dedicato due pagine ai suoi libri sinora pubblicati.

Esce ora questa sua ultima opera “La verità nascosta su Cristoforo Colombo” per la collana “L’onda” dell’Editoriale Delfino che potrebbe mettere il punto (definitivo?) su questo personaggio dalle mille sfaccettature. “Marino strikes again” titolerebbe in proposito un quotidiano americano. Ed in effetti l’autore colpisce ancora, non rinunciando alle sue battaglie, nonostante le critiche o le omissioni di molti autorevoli (?) recensori, pessimisticamente rassegnati al conformismo accademico.

La tesi dell’autore, o meglio la scoperta di Marino, parte da un’iscrizione sulla tomba in Vaticano, nella basilica di San Pietro, del papa genovese Innocenzo VIII, Giovanni Battista Cybo: “Novi orbis suo aevo inventi gloria”, ovvero “La scoperta di un nuovo mondo nel tempo del suo pontificato”. Un papa che avrebbe finanziato la spedizione colombiana, al contrario di coloro che sostengono l’intervento dei reali di Spagna. Emblematiche in proposito, le parole di Ruggero Marino, quando, alla fine del libro, scrive: “Per cinquecento lunghi anni il più grande inganno della storia dell’umanità si è consumato nell’acquiescenza degli studiosi e nell’omertoso silenzio della Chiesa che per secoli aveva tenuto nascosto l’altro mondo, finché le fu impossibile protrarre la menzogna…”

Un libro rivoluzionario, fondato non su semplici supposizioni, ma su una vastissima e dettagliata bibliografia, frutto di anni di indagini certosine, di sopralluoghi, di continue ricerche, di interpretazioni di testi medioevali, di consultazioni di carte geografiche, di iscrizioni antiche, di incursioni ( tutte ben delineate ed approfondite) sui terreni della cabala, dell’astrologia, della predicazione medioevale, delle crociate, dell’arte ritrattistica (con alcune immagini inedite di Colombo), dei dipinti di artisti famosi negli affreschi vaticani. L’autore indaga a 360 gradi in tutti i settori, come evidenziato dai capitoli “L’apocalisse-Rivelazione”; “Il sogno gioachimita”; “Il gigante San Cristoforo”; “Il Crogiuolo alchemico”; “Il sottofondo ebraico”; “Il cavaliere del mare”; “Pleitos colombinos”. Un altro punto degno di menzione e sul quale Marino si dilunga con dovizia di particolari, è la famosa mappa di Waldseemuller, dove compare per la prima volta il nome di America, mappa di cui lo stesso Marino mette in dubbio l’autenticità. Per non parlare, infine, del notevolissimo inserto fotografico che appare alla fine del libro.

Estremamente arduo condensare i cenni, le intuizioni (suffragate da riscontri bibliografici) le scoperte che l’autore effettua nel corso della sua opera riguardanti Cristoforo Colombo, che lui   definisce “singolare, enigmatico cristiano”.

Il risultato di questa immane fatica è un libro avvincente, al di là delle difficoltà dei rimandi storici, che conquista il lettore grazie ad una scrittura agile, moderna, un libro che lungi dall’apparire definitivo apre invece la strada per nuovi, ulteriori sviluppi tutti ancora dall’essere convalidati dal giudizio della Storia. Una Storia che è ancora agli inizi e che – in un futuro –   potrebbe riservare delle sorprese. C’è infine da rilevare che, in appendice al volume l’autore pubblica la richiesta di due papi, Pio IX e Leone XIII, di proclamare santo Cristoforo Colombo. Una richiesta che forse, con Papa Leone XIV, potrebbe segnare il riscatto di “un servo del Signore”.

Autore: Luigi Saitta

Autore

  • Luigi Saitta é nato a Santa Teresa di Riva (Messina) il 28 settembre 1942. Laureato in lettere moderne all’Università di Roma il 7 dicembre 1966. Assistente di Antropologia Culturale e Civiltà indigene d’America presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma fino al luglio 1970. Dal luglio 1970 al luglio 1975 è stato redattore dell’Osservatore Romano. Dal luglio 1975 al gennaio 1991 è stato redattore del Il Tempo. Nel quotidiano romano di piazza Colonna, con il grado di capo servizio, ha ricoperto l’incarico di segretario di redazione ed ha lavorato nei seguenti servizi: esteri, vaticano, cultura, terza pagina. Dal gennaio 1991 sino alla fine del 2007 è stato al TG1, dove ha lavorato nella segreteria di redazione (direttore Bruno Vespa) e nelle redazioni società e cultura e spettacolo. Ha concluso la sua carriera al TG1 con l’incarico di segretario di redazione e il grado di redattore capo centrale. Per 13 anni ha curato ininterrottamente al TG1 la rubrica Libri. È stato docente di Antropologia Culturale presso l’Istituto di Opinione Pubblica di viale Pola (lex Pro Deo, ora Luiss) a Roma. È stato docente di Tecniche di giornalismo presso lo Spics (Istituto Paolino della Comunicazione Sociale) di Roma, in via Alessandro Severo. È stato docente di teoria e tecnica del giornalismo presso la Scuola di giornalismo Dante Alimenti, coordinata dall’Ente dello Spettacolo di Roma. È stato docente in Comunicazione Pubblica presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione a Bologna, scuola gestita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. È stato docente al Master di giornalismo, a Potenza, gestito dall’Ordine dei giornalisti della Basilicata e dalla regione Basilicata. È docente di giornalismo on line e di comunicazione presso l’ANCEI “Formazione e Ricerca”, Istituto qualificato dal MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca) per la formazione e l’aggiornamento del personale direttivo e docente della scuola con D.M. 31.07.2002. È iscritto, dal1972, al Sindacato Nazionale Critici Cinematografici, di cui è stato uno dei soci fondatori, insieme con Tullio Kezich, Paolo Valmarana, Lino Miccichè, Bruno Torri, Gian Luigi Rondi, Callisto Cosulich, Sergio Trasatti, Lietta Tornabuoni, Irene Bignardi, Giovanni Grazzini. Vincitore del premio Scanno 1989, sezione giornalismo. Giornalista professionista e’ stato membro del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio e del Molise. In seno allo stesso Consiglio ha ricoperto la carica di tesoriere. Parla e scrive correntemente le seguenti lingue: inglese, spagnolo, francese.

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