Martedì 29 aprile 2025 alle ore 21:00 presso la casa della cultura di Milano si è tenuta l’inaugurazione della mostra dei quadri del poeta, saggista e pittore Nicola Vitale dal titolo “All’insegna della solarità” .
L’iniziativa in collaborazione con FYINpaper.com è stata curata da Marina Zara.
Il moderatore dell’incontro è stato Carmelo Strano, filosofo, critico e saggista, professore ordinario di Estetica presso la Scuola di Architettura di Siracusa, nonché il curatore della sezione arte visive e contemporanei della Casa della Cultura di Milano.
Dopo la presentazione ed il saluto ai presenti, Carmelo Strano ha letto alcuni passi che il critico d’arte francese Pierre Michel Restany ha dedicato all’opera di Nicola Vitale e ha subito dopo sottolineato la poliedricità dell’artista, rimarcando come il Vitale, oltre ad essere eccellente pittore, scrive anche articoli di critica e di estetica, saggi e compone poesie.
Come saggista in particolare, ha individuato una tendenza artistica che ha iniziato a manifestarsi partire dagli anni 80 attraverso l’arte di alcuni artisti come Hopper, Balthus, Salvo, J. Knap, M. Kunc, P. Angermann, L. Ontani, H. Friöjónsson e L. Bonechi, e molti altri, che il pittore milanese ha denominato la Figura Solare.
La solarità consisterebbe in un nuovo modo di fare arte visiva, intesa come strumento per trasmettere l’essenze di ciò che viene rappresentato, usando la medesima desacralizzazione che veniva usata nell’arte sacra appunto, per permettere in antichità ai fedeli di comprendere l’essenza insita nel messaggio che si voleva trasmettere.
Oggi i paradigmi sono completamente cambiati, ma l’arte si trova dover fare i conti con la forza ritmica dell’immagine ed all’uso del:
«colore organizzato e bilanciato in rapporto omogenei. Ma l’efficacia cromatica possibile solo a partire da una struttura compositiva in cui le masse siano predisposte secondo un ordine gerarchico di dimensione, armonicamente disposte così da poter consentire precisi equilibri tra tinte calde e fredde,.si tratta di intensità che emerge dalla disposizione ordinata dei campi energetici visivi, […] per cui cade una distinzione sostanziale tra forma e colore.»
Da la Figura solare – 2011 Casa editrice Marietto Spa – Genova Milano
La parola poi è passata Marina Zara la quale ha invitato i presenti ad osservare i quadri presentati che sono costruiti con particolare attenzione ai dettagli.
Ciascun quadro non va considerato come tale ma vanno immaginati come finestre che permettono di guardare ciò che il quotidiano offre.
L’idea di solarità del Vitale, sempre secondo La Zara, è una forma di bellezza che in passato veniva espressa nell’artigianalità e dove la ricerca consiste in una continua di interpretazione del dettaglio e la ricerca della bellezza.
Il quadro come finestra
Le figure e gli spazi che Nicola Vitale rappresenta nei suoi dipinti vibrano nello spazio dello sguardo. I colori, le forme, i volumi sono tutti in teso equilibrio. Il quadro è come una finestra: un inizio, la direzione da prendere che non una scena finita.
Il titolo è solo l’indizio, il concetto che pone le basi per l’ascolto dei ritmi, e il resto si trova ai confini delle forme, nello spazio fra un colore e l’altro, e nel fremito dei contrasti. La reazione del nostro occhio a tali accostamenti è di riconoscere l’insieme come omogeneo e perfettamente spontaneo, una fotografia che non si accorge dei contorni verdi, azzurri o arancioni che separano le forme e le illuminano singolarmente.
Lo studio, di mesi e di anni, porta a immagini in equilibrio tra scene di vita quasi comuni e paradossi visivi. Ad esempio, il fruitore viene schiacciato dalle enormi scarpe di un paracadutista, oppure ha la sensazione di essere stato inglobato in un pollaio. In ogni rappresentazione percepisci che qualcosa sta per accadere o è appena accaduto, e il peso e la tensione dell’azione si allungano all’infinito. E la possibilità del gesto che non il gesto stesso ad ipnotizzarci.
Si coglie quel senso di bellezza che Vitale cerca anche in altre esperienze, come la manualità che è negli oggetti artigianali, o la sua poesia.
Brano tratto dalla locandina dell’evento di Marina Zara
Da quel momento in poi si è creato un interessante e stimolante per il pubblico, dialogo tra il Vitale ed il curatore scientifico della Casa della cultura, Carmelo Strano il quale, provocatoriamente, propone all’autore milanese di parlare della pop art.
Il pittore milanese, evidenzia come la pop art sia una forma d’arte figlia dei suoi tempi che guardando alla realtà consumistica, ma senza giudicarla, pone al centro l’immagine e la eleva a shock visivo.
Si tratta di un’arte giocosa e demenziale che cerca di superare la pittura per ottenere e recuperare la semplicità.
Il Vitale pi si sofferma a come, prima di iniziare un nuovo lavoro inizi da una approfondita analisi estetica. Quindi, in un secondo momento, si occupa della ricerca tecnica con l’obiettivo di “forzare” l’immagine con il fine di trarne la massima espressività ed al contempo di “spogliarla” in modo da poter intensificare l’aspetto formale. Il fine è rendere evidenti i rapporti cromatici all’interno del dipinto.
Questo suo modo di affrontare l’arte visiva, proviene dallo studio dell’arte greca prima, l’arte gotica, ma anche di quella romanica e senza escludere l’arte moderna.
A un certo punto lo Strano, ha sottolineato proprio come la differenza principale tra il Nicola Vitale e la pop art risieda nell’attenzione al dettaglio e nella ricerca dell’essenza dell’oggetto.
Il Vitale allora, lamenta che l’arte moderna abbandona la ricerca del bello, bello che però non deve essere un fattore fine a sè stesso pena il rischio di degenerare in quello che il Duchamp ha definito “il carnevale dell’estetismo” o nemmeno, similmente all’arte gotica il cui scopo è quello di far sì che l’immagine sia finalizzata, non tanto a riscoprire l’essenza di ciò che viene rappresentato, ma solo un esercizio fine a sè stesso. Ecco perché una caratteristica dell’arte che si riconosce in quella che il Vitale ha definito “figura solare”, consiste in un lungo studio preparatorio.
Anche perché, come sottolinea sempre il Vitale, l’arte moderna convive con la fotografia che se da un lato l’ha influenzata, dall’altro per distaccarsi da essa, è stata costretta ad andare alla ricerca di una rappresentazione che andasse al di là dell’immagine e che per differenziarsi da essa, sia costretta a rivolgersi direttamente al mondo interiore dell’individuo.
Sono infine seguite diverse domande rivolte all’autore da parte del pubblico presente all’evento.
La mostra è rimasta aperta fino al al 12 maggio 2025.
Autore: Massimo Biecher
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