Recensione libro: Ponti sull’abisso – la domanda di senso nell’epoca della zavorra triste
Impresa ardua la recensione allo splendido libro di Roberto Caracci, dove la filosofia sul senso dell’esistenza incontra la narrazione, che scorre sui saperi dei registri letterari e psicoanalitici
«PONTI SULL’ABISSO – LA DOMANDA DI SENSO NELL’EPOCA DELLA ZAVORRA TRISTE» pubblicato da Moretti& Vitali, 2024, nella collana Il tridente, è un libro che ti germoglia dentro, un faro di luce che scende nelle notti più buie della sera, una lanterna che invita e guida il lettore, emotivamente coinvolto, a riflettere sul senso dell’ esistenza e a meditare sul destino della fiamma, che costringe a vegliare sulle immagini e a vedere quel che non abbiamo visto nelle pagine bianche e incompiute della vita.
La domanda sul senso dell’esistenza, che procede di pari passo con la ricerca della strada non compresa nel suo fine ultimo, non ha risposte ma va pensata, discussa, dialogata, interrogata, dispiegata.
La risposta, infatti, scrive Martin Heidegger “è solo l’ultimissimo passo del domandare” e consolida il mero opinare”
PONTI SULL’ABISSO si legge in slow reading e si caratterizza da “intermezzi” che offrono al lettore ritmi narrativi, toni ironici e pause che sottendono i processi mentali e sdrammatizzano lo spaesamento del senso della vita “nell’etica ciclica della terra” e “nell’epoca della zavorra triste”.
Tutti gliintermezzi, senza nulla togliere all’importanza dei capitoli che sollecitano il logos ed esaltano l’essenza del libro, e dove l’intuizione si accompagna al rigore logico, sono pagine d’anima. A tratti contrappunti di Bach.
In altre parti narrative l’humor del genio approda alle “Chiare, fresche et dolci acque”
I singoli paragrafi sono testi autonomi ma complementari al filo del pensiero che offre la possibilità di re-immaginare il ritmo delle stagioni della vita, e poter continuare a coltivare una nuova trama di senso sulla missione e vocazione di Sé.ì
Un libro dotto a cui è affidata la domanda che, senza pretesa di trovare la risposta, circumnaviga oltre i confini dell’Io e del senso della propria esistenza.
Un invito, quello dello scrittore, ad attraversare ponti, superare le nostre frontiere, viaggiare nei mondi a noi più congeniali per continuare la questione del senso o del non senso, e “reinventarsi in rapporto alla domanda radicale e a ciò che si cerca”.
[…] “Certo, nella illogicità del senso radicale, l’Amore resta quello scarto di senso che non possiamo rifiutare, quella zattera senza zavorre che forse ci salva”.
Grazie a Roberto Caracci, narratore e saggista, intellettuale attivo nella vita culturale del nostro Paese.
Autrice: Mapi Barraco
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