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Tradizione Vedica, Fisica Quantistica e Universo: alcune analogie funzionali

da | 1 Giu, 24 | Scienze Naturali |

Lo studio di analogie (e differenze) tra le varie forme di conoscenza e di tradizione permette l’apertura di nuovi ed interessanti orizzonti – che tuttavia vanno attentamente preservati dalla tentazione di facili e superficiali parallelismi. O peggio ancora da mode passeggere e tentativi di far passare come evidente qualcosa che è solo vagamente ipotizzabile.

Dal punto di vista metodologico, il rigore appare indubbiamente necessario per affrontare un argomento di questo tipo. Ma di quale tipo di rigore si deve trattare? Prima di affrontare questa domanda, vediamo di cosa si tratta nel merito.

In questo lavoro, insieme al filosofo Luca Guzzardi, abbiamo esplorato una analogia generale tra fisica moderna e tradizione sapienziale vedica – il tutto all’interno di un sottinteso quadro filosofico che potremmo chiamare “Unità del Tutto” e che sostanzialmente implica una visione del reale costituita da un solo livello ontologico[1].

Certamente non vogliamo dire che una concezione del tipo di quella Vedica sia del tutto aliena al percorso della filosofia occidentale (si veda ad esempio il pensiero di Schelling). Tuttavia questa visione di “Unità” gioca un ruolo centrale e fondamentale – decisamente dominante – soprattutto nel pensiero spirituale e filosofico dell’Oriente. Laddove i due aspetti, filosofico e spirituale, non compaiono mai distinti tra loro. L’Unità del Tutto è in sostanza una caratteristica fondamentale della Conoscenza Vedica. “Tat tvam asi”, insegna la Chandogya Upanishad: tu sei quello. Sei unito con tutto e sei tutto.

L’idea centrale del nostro lavoro è che il processo di separazione dell’Uno nel mondo molteplice, frattura cosmica da ricomporre col Sacrificio Vedico[2], sia analoga alle rotture di simmetria dell’ipotizzato campo unificato della fisica fondamentale. Tali rotture di simmetria si sono verificate nel corso dell’espansione cosmologica dell’universo, allorquando al calare dell’energia locale media, la primordiale unità delle forze veniva spontaneamente rotta[3].

In sostanza, fisica fondamentale (dal lato scientifico) e tradizione vedica (dal lato mistico e mitologico) indicano una visione del tutto che può essere (filosoficamente) riassunta in un Uno che genera il Molteplice per differenziazioni successive.

Per sostanziare ulteriormente questa tesi analogica, abbiamo evidenziato:

  • Una analogia tra lo sviluppo cosmologico iniziale di asimmetria materia/antimateria e il concetto di residuo del Sacrificio Vedico.
  • Una analogia tra il comportamento dell’ipotizzato campo Inflatonico nella Cosmologia dei primissimi istanti[4] e il ruolo del Progenitore Prajapati nella Cosmogonia Vedica.
  • Una analogia tra la Costante Cosmologica e (anche in questo caso) il concetto di residuo del Sacrificio Vedico.

[1] In contrapposizione alla tradizionale ontologia a due livelli dell’Occidente (metafisica e divenire).
[2] Si tratta di una interpretazione del significato sacrificale, quella con le maggiori conseguenze ontologiche.
[3] Nel senso spiegato dalla Fisica delle Particelle.
[4] Siamo circa a 10-32 secondi di tempo cosmico.

sviluppando per ogni caso i relativi dettagli.

Torniamo ora, per concludere, alla questione del metodo, al problema iniziale che ci siamo posti: come conciliare il criterio di rigore della Fisica col criterio di verità di una grande spiritualità umana? Il concetto chiave è per noi quello di analogia in senso funzionale.

Asseriamo quindi che vi è analogia tra due concetti appartenenti alla mitologia vedica e alla scienza moderna se essi svolgono “funzione” simile nelle loro rispettive sfere.

Ad esempio, il campo Inflatonico svolge in fisica cosmologica una funzione generatrice (di quark, leptoni ed energia) analoga a quella di Prajapati che fa nascere il cosmo, producendo il tutto materiale. E nel processo, sia l’Inflatone che il Dio Vedico si dissolvono e muoiono.

L’articolo completo, scritto in collaborazione con Luca Guzzardi, è stato pubblicato sulla rivista Philosophy and Cosmology ed è disponibile online http://ispcjournal.org/31-3/


M. Giammarchi and L. Guzzardi
Vedic Residue, Cosmic Inflation and a Unified Vision of Everything
Philosophy and Cosmology 31 (2023) 21.
http://ispcjournal.org/31-3/

Autore: Marco Giammarchi

Autore

  • Marco Giammarchi è Primo Ricercatore all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, abilitato Professore Ordinario di Fisica delle Interazioni Fondamentali. È' titolare del corso di Fisica delle Particelle all'Università degli Studi di Milano ed è stato Guest Scientist al Fermilab negli USA e all'Albert Einstein Center di Berna. Ha partecipato a esperimenti al Fermilab, al Laboratorio del Gran Sasso, in Belgio, in Argentina e al CERN di Ginevra. È' tra i fondatori di Borexino, esperimento che ha dimostrato il funzionamento del centro del Sole con i neutrini e nel 2015 ha fondato l'esperimento QUPLAS che ha osservato per la prima volta l'interferometria quantistica di antimateria. I suoi interessi vanno dalla fisica astro-particellare e del neutrino alla fisica quantistica e alla gravitazione con antimateria. È autore di 300 pubblicazioni su riviste internazionali e di 50 interventi a conferenze internazionali. Interessato alla spiritualità orientale, da oltre dieci anni collabora con Filosofi della Scienza su temi epistemologici e di filosofia teoretica.

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