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Una breve storia dell’iridologia – Terza parte

da | 17 Apr, 25 | Scienze Umane |

Iridologia antica terza parte, ricapitoliamo in breve gli argomenti trattati nella prima e nella seconda parte.

Nella prima parte abbiamo trattato del periodo storico Cinese e Indiano risalente al 2° millennio a.C. per poi arrivare al mondo Egizio con il “papiro di Ebers” compilato attorno al 1550 a.C. (XVIII Dinastia) e alla medicina Mesopotamica del 1° millennio a. C.

Nella seconda parte abbiamo trattato periodo Ellenistico del V secolo a.C.: Anassagora, Ippocrate, Platone, Aristotele, Polemone.

Nella terza parte parleremo dei riferimenti ai testi sacri: Levitico, Bibbia, Medicina Monastica (Ildegarda di Bingen).

Breve premessa.

Iniziamo questo percorso di conoscenza dall’iridologia antica, specificando che non avrà la completezza appartenente alla storia della medicina, ma sarà un semplice scorrere storico.

Mentre si faceva questo cammino storico di conoscenza è sorta l’idea di associare le varie osservazioni, pensieri filosofici, percezioni e intuizioni (dell’iridologia antica) ai lavori fatti nell’iridologia contemporanea, nell’iridologia multidimensionale. Tutto questo a supporto e a conferma di ciò che i nostri padri scrissero sull’occhio umano e in particolare sull’iride.

Abbiamo aggiunto delle fotografie di alcune iridi che richiamano visivamente ciò che gli antichi descrivevano con le loro parole e scritti. Questo per aiutarci ad abbinare la parte orale e scritta con la parte visibile, oggettiva (sperando di aver fatto cosa gradita a voi tutti).

Questo a supporto di come uno studio storico accurato di una disciplina scientifica o pseudoscientifica possa essere stimolante per i ricercatori, in quanto possono attingere a questa biblioteca storica di pensieri con il bagaglio esperienziale di migliaia di anni.

Proveremo dunque a tessere questo intricato reticolo informativo esteso dall’antichità (migliaia di anni prima di Cristo) alla modernità 2025 anni dopo Cristo. Quasi che il Cristo sia il fulcro di questa specularità tra lo studio dell’occhio, dell’iride nell’antichità e nell’epoca moderna, contemporanea (del periodo dopo Cristo).

Quasi fossimo in un rispecchiarsi biografico dell’Umanità tra il periodo a.C. e il d.C.

Pensieri antichi nutrimento per ricerche d’avanguardia, nel nostro caso a indirizzo iridologico. Vi preghiamo di osservare le tavole sinottiche che compariranno al termine di ogni articolo.

Avendo la coscienza che ciò che scriveremo sarà parziale e limitato alle nostre ricerche, questo per non incorrere in errori di interpretazione e di valutazione su lavori fatti da altri ricercatori.

Per coloro che desiderano contribuire a questo parallelismo biografico dell’Umanità, siamo disponibili a integrare le vostre ricerche a questa prima bozza. Rendendo il testo più completo e più definito.

Vi invitiamo a mandarci i vostri lavori, i vostri inserimenti in formato word al seguente indirizzo: danielelorito@libero.it

Osservazioni sull’occhio e l’iride in alcuni testi sacri.

Levitico (circa 1200 a.C.).

È composto da 27 capitoli, scritti in ebraico, contenenti quasi esclusivamente leggi religiose e sociali, ad uso dei sacerdoti e dei leviti, che Mosè diede agli Ebrei durante il soggiorno nel deserto del Sinai (circa 1200 a.C.).  La connessione tra la sacralità e la malattia costituisce la struttura dottrinale del Levitico, dove sono descritte prima le prescrizioni per i riti sacrificali (Leviticus 1-11) e per la purificazione dopo il parto (Leviticus 12), poi lesioni dermatologiche che indicano impurità e che sono geneticamente denominate come piaghe da lebbra (Leviticus 13-14). Un capitolo del testo pare addirittura prefigurare una possibile capacità di osservare delle “macchie iridee”:

Nelle future generazioni, nessuno dei tuoi discendenti, se con un piede o una mano fratturati, se gracile e con la schiena curva o una macchia nell’occhio, potrà avvicinarsi all’altare per offrire sacrifici all’Eterno, poiché ha un difetto fisico” (Leviticus 21, 17 – 20).

Possiamo leggere la frase “una macchia nell’occhio”, in questo passo della Torah, come il segno di un’alterazione dell’integrità, dell’equilibrio tra le parti costituenti del corpo umano.

Discromie di colore differente.

Nel libro di Giobbe (dall’epoca pre-mosaica al II secolo a.C.)

I commentatori hanno proposto per la composizione del libro di Giobbe periodi che vanno dall’epoca pre-mosaica al II secolo a.C

Si dice invece che “…dall’occhio si vede se uno perde energia…” (vv. 11 – 20). È la traccia di un’antica concezione medica che sapeva cogliere alcune straordinarie analogie tra l’aspetto determinato dalla trasparenza iridea e la carica energetica individuale.

Trama diradata con lacuna e difetti, indicatori di debolezza energetica o perdita di energia.

I Vangeli (tra il I e il II secolo d.C.)

Dei vari vangeli scritti tra il I e il II secolo d.C. diffusi nelle comunità giudeo-cristiane, solo quattro sono entrati a far parte del canone della Bibbia, dell’elenco, cioè, dei libri considerati come ispirati da Dio e accettati dalle Chiese cristiane: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco, il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Giovanni.

Nel Vangelo di Luca è scritto:

La lucerna del corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è sano (puro), anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre…se il tuo corpo è tutto luminoso e puro, senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore. (Lc. 11, 34).

Nel Vangelo di Matteo:

La lucerna del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è terso (chiaro), tutto il tuo corpo sarà illuminato. Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. (Mt. 6, 22)

Anche se la metafora ha come obiettivo finale un insegnamento morale e spirituale, non possiamo sottovalutare il rapporto fra la malattia dell’occhio e la condizione di oscurità, di tenebra del corpo.

Nel vangelo di Giovanni, si afferma ancora che: Perdere la vista equivale a scivolare nel peccato e riacquistarla è saper riconoscere la luce di Cristo.

Iride di sinistra, luminosa[1]

Iride di sinistra, meno luminosa


[1] Fotografie tratte dall’archivio personale del Dr. Daniele Lo Rito.

Le antiche usanze legate a queste culture (Essena, Ebraica, Egizia), consigliavano ai malati di recarsi ad ogni malessere, dai Sacerdoti che a quei tempi erano i medici della psiche e del corpo, perché esaminassero e diagnosticassero i loro disturbi, fornendo loro anche le terapie più adatte. Questi antichi sacerdoti conoscevano e praticavano oltre all’osservazione dell’occhio, anche le tecniche della medicina naturale: come le tecniche delle abluzioni, i fanghi, le immersioni.

Topografia dei settori (coni) relativi alla iridologia spirituale[2].


[2] Bellinfante Gino, Iridologia spirituale, i coni. Edito in proprio (2005).

La cultura latina del IV secolo d.C.

Dal “Trattato di Fisiognomica” (De Physiognomonia Liber), autore anonimo:

(…) Quando poi le vene al collo e alle tempie sono sporgenti e gli occhi iniettati di sangue, sono segno di persona irascibile, violenta, talora anche folle. Invece il volto rosso denuncia pudore o ubriachezza. Interpretando questo rossore sulla base degli indizi dati dagli occhi. Infatti gli occhi, se sono rossi e un po’ umidi, indicano una propensione al bere; se sono rossi e asciutti, irascibilità; se moderatamente rossi e non secchi e non umidi, pudore.

Ora, come abbiamo in precedenza preannunciato, si devono riprendere quelle notazioni che Losso o Aristotele hanno fatto in maniera personale o interpretato in modo differente, anche se noi, a suo tempo, ne abbiamo già indicato alcune. Infatti abbiamo seguito le indicazioni di Polemone, che per lo più si accordano con quelle degli altri autori.

Losso dice che tre sono i colori migliori di occhi. Al primo posto pone quelli “carpoi” (bruni), che situa tra il nero e il grigio-azzurro, al secondo mette gli “aigōpoi” (caprini), che considera molto simili a quelli grigio-azzurri, ma un po’ più chiari; al terzo posto pone quelli pressoché neri. Dice anche che gli occhi lucidi connotano persona tranquilla, ma anche facile a cedere al piacere e alle lacrime. Quelli secchi invece li definisce segno di impudenza. Agli occhi d’un grigio troppo azzurro nega il coraggio e lascia l’impudenza. Dice che le pupille, quando sono fuori centro e spostate verso le orecchie, indicano una persona simpatica e tranquilla e un animo pauroso, invece, spostate verso le narici, mostrano la dismisura in tutto.

Iride di sinistra, pupilla spostata verso l’alto.

Iride di sinistra, pupilla spostata verso il lato nasale.

Dice inoltre che quando gran parte della pupilla è coperta dalla palpebra inferiore è segno di persona piuttosto molle, volubile, che sa provare compassione, ma è di mentalità ristretta e così asserisce che la pupilla deve occupare il centro dell’occhio. Afferma poi che la palpebra superiore, se piccola, mostra scarsa intelligenza, se è piuttosto lunga e scende verso il basso, debolezza di carattere. Ancora: se il taglio dell’occhio è rotondo, indica persona più focosa che saggia; se è allungato e stretto, ingiusta, se è largo, smodata. E dice che gli angoli interni degli occhi, se acuti, indicano persona non certo onesta né leale, a meno che la caruncola non sia rosso sangue. Inoltre afferma che tutti quelli che nascono con gli occhi storti sono inclini alla follia, che le palpebre grasse non vanno d’accordo con un buon stato di salute fisica e non sono prova di animo sincero, mentre le palpebre sottili sono le migliori in fatto di salute e indicano uno spirito eletto.[3]  

La Medicina Monastica Medievale

L’assistenza ai malati diventa nel Medioevo una pratica organizzata dagli ordini religiosi e viene rivolta ai bisognosi in genere. L’unione tra sapere il medico classico e la carità cristiana è compiuta nella medicina monastica. La medicina monastica viene praticata nei conventi e rappresenta un nodo fondamentale sia per la storia dell’assistenza “cristiana”, che per la storia della trasmissione delle opere mediche antiche. Da una parte, infatti, i monasteri sono dotati di infermerie per l’assistenza ai malati e ai poveri, dall’altra nelle biblioteche degli stessi monasteri vengono conservati, copiati e tradotti i libri medici degli autori arabi e greci.[4]


[3] Anonimo Latino, De Phisiognomonia Liber, a cura di J. André, Les Belles Lettres, 1981, pp. 221-223
[4] Alessandra Parodi, op. cit., pp. 19-20

Ildegarda Di Bingen (1098 – 1179)

La mistica tedesca, celebre per le sue visioni e le sue profezie, fu costantemente animata da molteplici interessi, anche scientifici (medicina, scienze naturali, cosmologia), lasciando alla posterità numerosi testi, alcuni trattati, un ricco epistolario e delle composizioni musicali. Durante la sua lunga esistenza svolse una ricca attività di scrittrice, i suoi scritti sono raccolti nel gigantesco codice di Wiesbaden di cui fanno parte il “Libro della creazione e della redenzione del mondo”, (Scivias), il “Libro delle virtù e dei vizi”, (Liber vitae meritorium), contenete i procedimenti di cura e di purufucazione dell’anima e il “Libro delle opere divine”, (Liber divinorum operum), con le connessioni cosmologiche, che tratta della nascita dell’uomo nel corpo della madre. A questa raccolta appartiene anche un “Libro dei canti”, un libro di prediche evangeliche, un’interpretazione delle regole benedettine. Nella trascrizione del codice avvenuta nel XII e nel XIII secolo, non sono stati però inseriti i due trattati di medicina intitolati “Causae et curae” e “Phisica”. Gli scritti, considerati come opere visionarie, dopo molti anni dalla sua morte furono inviati a Roma dove andarono perduti. A Copenaghen, alla fine del 1800, fu però ritrovato il trattato di medicina “Causae et curae” che rappresenta la base della scienza medica di Ildegarda.

Una sua descrizione molto poetica dell’occhio, così recita:

La pupilla dell’occhio ha la somiglianza del sole; ciò che sta intorno alla pupilla è simile alla luna; la parte esterna bianca assomiglia alle nubi. L’occhio è composto di fuoco e di acqua.

Il fuoco della rugiada è l’essenza dello Spirito Universale, per cui l’occhio diviene quell’organo che viene nutrito dallo Spirito Universale e nello stesso istante diviene il donatore dello Spirito stesso.

Sulla base del colore dell’iride, nel suo “Causae et curae”, la “visionaria del Reno” descrive cinque tipi diversi di occhi: occhi blu, occhi rosso fuoco, occhi misti, occhi verdi, occhi marroni. Ne correla poi le specificità caratteriali, fornendo tutte le indicazioni utili per la preparazione e la posologia dei rispettivi rimedi naturali più appropriati:

Le persone dagli occhi azzurri a volte sono spensierate, a volte avventate o sfrenate, oppure indolenti e maldestre. Ma tutto quello che fanno, lo fanno in maniera profonda. Chi ha gli occhi rosso fuoco è intelligente, acuto, irascibile. Le persone con occhi misti sono alquanto instabili, quindi a volte tristi, a volte allegre, ma basilarmente affidabili. Quelle con gli occhi verdi sono instabili, spensierate ed astute, sono portate ai lavori manuali e afferrano al volo quel che non conoscono. Chi ha gli occhi marroni è intelligente, aperto ai buoni consigli, ma timoroso nel suo agire”.

Rimedi consigliati per ogni tipologia iridologica:

Farmaco per gli occhi n. 1: occhi azzurri (sensibili all’aria)

Farmaco universale: (tè di finocchio, impacchi di finocchio, bagni di finocchio, succo di finocchi).

Farmaco per gli occhi n. 2: occhi rosso fuoco (con anello evidente attorno alle pupille)

Vino di viole, rose, finocchio.

Farmaco per gli occhi n. 3: occhi misti (grigi con varie sfumature di colore, sensibili e reattivi alla luce, come all’acqua rifrangente e alle superfici innevate)

Vino alla cannella.

Farmaco per gli occhi n. 4: occhi verdi

Impacco di finocchio.

Farmaco per gli occhi n. 5: occhi marroni (reagiscono con sensibilità all’aria, alla nebbia e all’acqua; attenti ai cambiamenti di abitazione!)

Ruta, vino di miele. [5]

Ci sono molti trattati dal ‘300 in poi sulla fisiognomica oculare, ma tutti si rifanno alla medesima fonte: il testo latino attribuito ad Aristotele, il Segreto dei Segreti


[5] Vighard Strehlow, La medicina di Santa Ilegarda, Edizioni Mediterranee – Roma 1997.

1-Iride azzurro

3-Iride misto

2-Iride fuoco

4-Iride verde

5-Iride marrone

Tabelle

Iridologia Antica Iridologia contemporanea
Levitico (circa 1200 a.C.).

…una macchia nell’occhio, potrà avvicinarsi all’altare per offrire sacrifici all’Eterno, poiché ha un difetto fisico” (Leviticus 21, 17 – 20).

Lo Rito D. Iridologia multidimensionale, i segni, Edito in proprio (2012)

Lo Rito D., La luce cosmica e la cristallizzazio-ne con il Sale Eidetico (pensieri astrologici), Edito in proprio (2022)

Lo Rito D.  L’iridologia spirituale, Edito in proprio (2008)

Lo Rito D.  I 360 gradi nello sviluppo spirituale, Edito in proprio (2003)

Lo Rito D., Birello L. L’iridologia tra l’immanenza e la trascendenza, Edito in proprio (2022)

Ippocrate (460 ca. – 377 ca. a.C.)

Osserva gli occhi, vedi il corpo”.

Come sono forti gli occhi, così il corpo; e il colore può tendere al meglio o al peggio(Epidemie, libro VI, sezione IV, paragrafo 22).

“…poiché nella più piccola sono presenti tutte le parti e queste comunicano e riferiscono tutto a ciascuna delle loro simili”.

Possiamo considerare e vedere le varie topografie iridologiche, che sono apparse nel mondo iridologico moderno e contemporaneo.

Possiamo considerare le classificazioni iridologiche mondiali in costituzioni, disposizioni e diatesi

Lo Rito D. Iridologia multidimensionale, i segni, Edito in proprio (2012)

Nel libro di Giobbe (dall’epoca pre-mosaica al II secolo a.C.)

“…dall’occhio si vede se uno perde energia…” (vv. 11 – 20).

Lo Rito D. Iridologia multidimensionale, i segni, Edito in proprio (2012)

Lo Rito D., Sottili S.  La resilienza iridologica, Edito in proprio (2015)

Birello L., Lo Rito D., La medicina tradizionale cinese e la potenza del cinque, Edito in proprio (2019)

I Vangeli (tra il I e il II secolo d.C.)

Il Vangelo di Luca

La lucerna del corpo è il tuo occhio. Se il tuo occhio è sano (puro), anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre…se il tuo corpo è tutto luminoso e puro, senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore. (Lc. 11, 34)

Nel Vangelo di Matteo:

La lucerna del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è terso (chiaro), tutto il tuo corpo sarà illuminato. Ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. (Mt. 6, 22)

Lo Rito D., Birello L. L’iridologia tra l’immanenza e la trascendenza, Edito in proprio (2022)

Lo Rito D.  L’iridologia spirituale, Edito in proprio (2008)

Lo Rito D.  I  360 gradi nello sviluppo spirituale, Edito in proprio (2003)

Bellinfante Gino, Iridologia spirituale, i coni. Edito in proprio (2005).

Lo Rito D., Birello L. L’iridologia tra l’immanenza e la trascendenza, Edito in proprio (2022)

Lo Rito D.  L’iridologia spirituale, Edito in proprio (2008)

Lo Rito D.  I  360 gradi nello sviluppo spirituale, Edito in proprio (2003)

Ildegarda Di Bingen (1098 – 1179)

La pupilla dell’occhio ha la somiglianza del sole; ciò che sta intorno alla pupilla è simile alla luna; la parte esterna bianca assomiglia alle nubi. L’occhio è composto di fuoco e di acqua.

Le persone dagli occhi azzurri a volte sono spensierate, a volte avventate o sfrenate, oppure indolenti e maldestre. Ma tutto quello che fanno, lo fanno in maniera profonda. Chi ha gli occhi rosso fuoco è intelligente, acuto, irascibile. Le persone con occhi misti sono alquanto instabili, quindi a volte tristi, a volte allegre, ma basilarmente affidabili. Quelle con gli occhi verdi sono instabili, spensierate ed astute, sono portate ai lavori manuali e afferrano al volo quel che non conoscono. Chi ha gli occhi marroni è intelligente, aperto ai buoni consigli, ma timoroso nel suo agire

Lo Rito D.  L’iridologia spirituale, Edito in proprio (2008)

Lo Rito D.  Iridologia: macrocosmo e microcosmo, Edito in proprio (2006)

Lo Rito D., Birello L. L’iridologia tra l’immanenza e la trascendenza, Edito in proprio (2022)

Bellinfante Gino, Iridologia spirituale, i coni. Edito in proprio (2005).

Lo Rito D.  Iridologia e psiche EPNEI o PNEI Vol. 1, Edito in proprio (2008)

Lo Rito D.  Iridologia e psiche EPNEI o PNEI Vol. 2, Edito in proprio (2009)

Rizzi S., “Il rimedio dall’Iride: materia medica iridologica”.

Lo Rito D. Iridologia multidimensionale, i segni, Edito in proprio (2012)

 

Vedi

Una breve storia dell’iridologia – Prima parte
Una breve storia dell’iridologia – Seconda parte

Autore: Daniele Lo Rito

Autore

  • Il Dr. LO RITO DANIELE, si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Padova nel 1980. Specializzato in Otorinolaringoiatria presso l'Università di Verona nel 1983. Ha conseguito la specializzazione in Agopuntura presso la Scuola di Torino diretta dal Dr. U. Lanza nel 1981. Si è specializzato in Omeopatia frequentando la Scuola di Omeopatia Unicista diretta dal Dr. A. Masi (Firenze-Milano) nel 1983. Dal 1980 ha frequentato la Scuola di Iridologia del Dr. S. Rizzi (Merano) e già dopo qualche anno ha iniziato a insegnare presso la stessa. È un ricercatore e conferenziere internazionale, è lo scopritore del Cronorischio e dello Spaziorischio applicati all’iridologia. Con la possibilità di leggere il tempo e lo spazio dell'uomo a livello dell'iride. Ha inoltre coniato e sviluppato il concetto della IRIDOLOGIA MULTIDIMENSIONALE, dove lo stesso segno acquista valori e significati multipli. Ha scritto 77 libri che riguardano le nuove ricerche in iridologia (sito: www.iridosophia.com).

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